giovedì 23 settembre 2021

 

LE BASI DELLA GIUSTIZIA E DELLA POLITICA 

LA POLITICA SI BASA SULLA GIUSTIZIA UMANA CHE TRAE FORZA DALLA RAGIONE UMANA, CHE SI BASA SUL PRINCIPIO DI NON CONTRADDIZIONE E SULLA GIUSTIZIA DIVINA LA QUALE E' SEMPRE E TOTALMENTE RAZIONALE ED EMPRICA IN OGNI COSA CREATA .

Certo, Pietro non aveva nessuna corona perché Cristo portò una corona di spine, ma Dio gli lasciava tenere una spada simbolica, cioè un' arma a doppio taglio da non usare lui mai. Questa corona di spine, poi, Cristo la portò solo durante la sua passione, non prima e né dopo, ma aveva una corona regale, reale, spirituale che ogni credente poteva vedere con la fede nella Sua persona. Questa corona regale spirituale e reale, era la Sua visione politica divina,il Suo Potere Regale che esercitava ed esercita su tutta la creazione e sull ' universo intero . 

ALLO STESSO TEMPO POSSIAMO DIRE CHE LA POLITICA UMANA  SI BASA SULLA GIUSTIZIA DIVINA, CHE E' LEGGE NATURALE ,  CHE E' SEMPRE RAZIONALE NELL' AMBITO UMANO, CHE E' DIMOSTRATA DAL PRINCIPIO DI NON CONTRADDIZIONE  .

domenica 12 settembre 2021

                                  STORIA  DELLA  POLITICA  E  DELLA  LEGGE

All’inizio c’era un uomo e una donna che formarono una famiglia, che aumentando di numero divenne un clan,che divenne un villaggio,che divenne un borgo,che aumentando di numero divenne una città, che aumentando di numero  divennero uno stato, una nazione, un regno  etc.     Nella famiglia dettava la politica il capofamiglia aiutato dalla moglie, nel clan  dettavano le leggi  i capifamiglia ,nel borgo gli  anziani e  i saggi   o gli stregoni nelle tribù.

Nella città dettavano le leggi, orali o scritte, un consiglio di degli anziani o capifamiglia (lat. senex) e spesso delegavano per  l’ esecuzione delle leggi  un re  o  un capo permanete o temporaneo.  Questi incominciarono a scrivere leggi di comportamento e di convivenza .  Erano leggi generali fondamentali che si basavano sulla tradizione dei loro padri, oppure risolvevano questioni pratiche  e impellenti di politica o di giustizia  legati al territorio .Queste leggi venivano poi scritte per trasportarle a distanza e non essere cambiate di città in  città e da luogo a luogo  .  Es. un pozzo da dividere, delle pecore che sconfinavano, confini spostati, ladri e omicidi da punire e guerre da decidere ….

Tra questi inizi di popoli e di  razze e stirpi o  famiglie  in Medio Oriente,c’era un popolo che doveva fare da paradigma ed era guidato direttamente da una grande divinità detta Onnipotente e Creatore. Questa Divinita’ stabilì delle leggi certe per il popolo che Lui guidava . Erano leggi inappellabili generali . Non venivano decise da un capo o da una maggioranza di senex o di saggi o dalla maggioranza degli  anziani come spesso avveniva con altri popoli .No,ma  erano stabilite direttamente  dalla Grande Divinita’ . Chi non le osservava,sulla base di due testimoni, generalmente veniva eliminato senz’ appello . Il contrappasso alle leggi fondamentali e generali  era una severa punizione (“ occhio per occhio, dente per dente”  ) che non era vendetta ma  giustizia o riparazione alla violazione. Quelle leggi ancora adesso sono valide per tutti i popoli  della terra e non cambiano di uno jota . Gli uomini debbono solo applicarle ed eseguirle . A chi tocca farle applicare ed eseguire ? Non al singolo, mai, ma alle varie autorità e saggi. Non sono leggi psicologiche o scientifiche o spirituali o mediche ,ma leggi di comportamento morale generali che possono essere eseguite da ogni uomo .

 

La deportazione del popolo adombrata in un'azione simbolica

Un giorno mi fu rivolta questa parola del Signore: «Figlio dell'uomo, tu abiti in mezzo a una genìa di ribelli, che hanno occhi per vedere e non vedono, hanno orecchi per udire e non odono, perché sono una genìa di ribelli. Tu, figlio dell'uomo, fa' il tuo bagaglio da deportato e, di giorno davanti ai loro occhi, preparati a emigrare; emigrerai dal luogo dove stai verso un altro luogo, davanti ai loro occhi: forse comprenderanno che sono una genìa di ribelli. Prepara di giorno il tuo bagaglio, come il bagaglio d'un esiliato, davanti ai loro occhi; uscirai però al tramonto, davanti a loro, come partirebbe un esiliato. Fa' alla loro presenza un'apertura nel muro ed esci di lì. Mettiti alla loro presenza il bagaglio sulle spalle ed esci nell'oscurità: ti coprirai la faccia in modo da non vedere il paese, perché io ho fatto di te un simbolo per gli Israeliti». Io feci come mi era stato comandato: preparai di giorno il mio bagaglio come il bagaglio d'un esiliato e sul tramonto feci un foro nel muro con le mani, uscii nell'oscurità e mi misi il bagaglio sulle spalle sotto i loro occhi. Al mattino mi fu rivolta questa parola del Signore: «Figlio dell'uomo, non t'ha chiesto il popolo d'Israele, quella genìa di ribelli, che cosa stai facendo? Rispondi loro: Così dice il Signore Dio: Quest'oracolo è per il principe di Gerusalemme e per tutti gli Israeliti che vi abitano. Tu dirai: Io sono un simbolo per voi; infatti quello che ho fatto a te, sarà fatto a loro; saranno deportati e andranno in schiavitù. Il principe, che è in mezzo a loro si caricherà il bagaglio sulle spalle, nell'oscurità, e uscirà per la breccia che verrà fatta nel muro per farlo partire; si coprirà il viso, per non vedere con gli occhi il paese. Ma io tenderò la mia rete contro di lui ed egli rimarrà preso nei miei lacci: lo condurrò in Babilonia, nel paese dei Caldei, ma egli non la vedrà e là morirà. Disperderò ad ogni vento quanti sono intorno a lui, le sue guardie e tutte le sue truppe, e snuderò dietro a loro la spada. Allora sapranno che io sono il Signore, quando li avrò dispersi fra le genti e li avrò disseminati in paesi stranieri. Tuttavia ne risparmierò alcuni, superstiti alla spada, alla fame e alla peste, perché raccontino tutte le loro scelleratezze alle genti fra le quali andranno e anch'esse sappiano che io sono il Signore». 

 

martedì 7 settembre 2021

 LA NOSTRA FESTA DELLE CAPANNE  E' VICINA 

 DAL PENSIERO GRECO NASCE IL DIRITTO ROMANO , IL DIRITTO ROMANO E' IL PIU' PROSSIMO ALLLA LEGGE EBRAICA , ECCO PERCHE' ROMA E GLI ITALIANI SONO LA BANDIERA DEL MONDO .

Si scrisse dunque in nome del re Assuero, si sigillarono le lettere con l'anello reale e si mandarono per mezzo di corrieri che cavalcavano cavalli veloci, usati per il servizio del re, nati da stalloni reali. 11 Con queste lettere il re autorizzava i Giudei, in qualunque città si trovassero, a radunarsi e a difendere la loro vita, a distruggere, uccidere, sterminare, senza escludere i bambini e le donne, tutta la gente armata, di qualunque popolo e di qualunque provincia fosse, che li assalisse, e a saccheggiare i suoi beni; 12 e ciò, in un medesimo giorno, in tutte le provincie del re Assuero: il tredici del dodicesimo mese, cioè il mese di Adar. 13 Queste lettere contenevano una copia del decreto che doveva essere bandito in ogni provincia e pubblicato fra tutti i popoli, perché i Giudei si tenessero pronti per quel giorno a vendicarsi dei loro nemici. 14 Così i corrieri che cavalcavano cavalli veloci, usati per il servizio del re, partirono immediatamente, in tutta fretta, per ordine del re; e il decreto fu promulgato nella residenza reale di Susa.

DAL LIBRO DI ESTER Cipriano a Cornelio fratello nell'episcopato.

Siamo a conoscenza, fratello carissimo, della tua fede, della tua fortezza e della tua aperta testimonianza. Tutto ciò è di grande onore per te e a me arreca tanta gioia da farmi considerare partecipe e socio dei tuoi meriti e delle tue imprese.
Siccome infatti una è la Chiesa, uno e inseparabile l'amore, unica e inscindibile l'armonia dei cuori, quale sacerdote, nel celebrare le lodi di un altro sacerdote, non se ne rallegrerebbe come di sua propria gloria?
E quale fratello non si sentirebbe felice della gioia dei propri fratelli?
Certo non si può immaginare l'esultanza e la grande letizia che vi è stata qui da noi quando abbiamo saputo cose tanto belle e conosciuto le prove di fortezza da voi date. Tu sei stato di guida ai fratelli nella confessione della fede, e la stessa confessione della guida si è fortificata ancora più con la confessione dei fratelli. Così, mentre hai preceduto gli altri nella via della gloria, hai guadagnato molti compagni alla stessa gloria, e mentre ti sei mostrato pronto a confessare per primo e per tutti, hai persuaso tutto il popolo a confessare la stessa fede. In questo modo ci è impossibile stabilire che cosa dobbiamo elogiare di più in voi, se la tua fede pronta e incrollabile, o la inseparabile carità dei fratelli. Si è manifestato in tutto il suo splendore il coraggio del vescovo a guida dei suo popolo, ed è apparsa luminosa e grande la fedeltà del popolo in piena solidarietà con il suo vescovo. In voi tutta la chiesa di Roma ha dato la sua magnifica testimonianza, tutta unita in un solo spirito e in una sola voce.
È brillata così, fratello carissimo, la fede che l'Apostolo constatava ed elogiava nella vostra comunità. Già allora egli prevedeva e celebrava quasi profeticamente il vostro coraggio e la vostra indomabile fortezza. Già allora riconosceva i meriti di cui vi sareste resi gloriosi. Esaltava le imprese dei padri, prevedendo quelle dei figli. Con la vostra piena concordia, con la vostra fortezza, avete dato a tutti i cristiani luminoso esempio di unione e di costanza.
Fratello carissimo, il Signore nella sua provvidenza ci preammonisce che è imminente l'ora della prova. Dio nella sua bontà e nella sua premura per la nostra salvezza ci dà i suoi benefici suggerimenti in vista del nostro vicino combattimento. Ebbene in nome di quella carità, che ci lega vicendevolmente, aiutiamoci, perseverando con tutto il popolo nei digiuni, nelle veglie e nella preghiera.
Queste sono per noi quelle armi celesti che ci fanno stare saldi, forti e perseveranti. Queste sono le armi spirituali e gli strali divini che ci proteggono.
Ricordiamoci scambievolmente in concordia e fraternità spirituale. Preghiamo sempre e in ogni luogo gli uni per gli altri, e cerchiamo di alleviare le nostre sofferenze con la mutua carità. 

Dalle «Omelie sui vangeli» di san Gregorio Magno, papa (Om. 17, 3. 14; PL 76, 1139-1140. 1146)
Senso di responsabilità nel ministero

Sentiamo cosa dice il Signore nell'inviare i predicatori: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe, perché mandi operai per la sua messe!» (Mt 9, 37-38). Per una grande messe gli operai sono pochi; non possiamo parlare di questa scarsità senza profonda tristezza, poiché vi sono persone che ascolterebbero la buona parola, ma mancano i predicatori. Ecco, il mondo è pieno di sacerdoti, e tuttavia si trova di rado chi lavora nella messe del Signore; ci siamo assunti l'ufficio sacerdotale, ma non compiamo le opere che l'ufficio comporta. Riflettete attentamente, fratelli carissimi, su quello che è scritto: «Pregate il padrone della messe, perché mandi operai per la sua messe». Pregate voi per noi, affinché siamo in grado di operare per voi come si conviene, perché la lingua non resti inceppata nell'esortare, e il nostro silenzio non condanni presso il giusto giudice noi, che abbiamo assunto l'ufficio di predicatori. Spesso infatti la lingua dei predicatori perde la sua scioltezza a causa delle loro colpe; spesso invece viene tolta la possibilità della predicazione a coloro che sono a capo per colpa dei fedeli. La lingua dei predicatori viene impedita dalla loro nequizia, secondo quanto dice il salmista: «All'empio Dio dice: Perché vai ripetendo i miei decreti?» (Sal 49, 16). Altre volte la voce dei predicatori è ostacolata colpevolmente dai fedeli, come il Signore dice a Ezechiele: «Ti farò aderire la lingua al palato e resterai muto. Così non sarai più per loro uno che li rimprovera, perché sono una genìa di ribelli» (Ez 3, 26). Come a dire: Ti viene tolta la parola della predicazione, perché il popolo non è degno di ascoltare l'esortazione della verità, quel popolo che nel suo agire mi è ribelle. Non è sempre facile però sapere per colpa di chi al predicatore venga tolta la parola. Ma si sa con tutta certezza che il silenzio del pastore nuoce talvolta a lui stesso, e sempre ai fedeli a lui soggetti. Vi sono altre cose, fratelli carissimi, che mi rattristano profondamente sul modo di vivere dei pastori. E perché non sembri offensivo per qualcuno quello che sto per dire, accuso nel medesimo tempo anche me, quantunque mi trovi a questo posto non certo per mia libera scelta, ma piuttosto costretto dai tempi calamitosi in cui viviamo. Ci siamo ingolfati in affari terreni, e altro è ciò che abbiamo assunto con l'ufficio sacerdotale, altro ciò che mostriamo con i fatti. Noi abbandoniamo il ministero della predicazione e siamo chiamati vescovi, ma forse piuttosto a nostra condanna, dato che possediamo il titolo onorifico e non le qualità. Coloro che ci sono stati affidati abbandonano Dio e noi stiamo zitti. Giacciono nei loro peccati e noi non tendiamo loro la mano per correggerli. Ma come sarà possibile che noi emendiamo la vita degli altri, se trascuriamo la nostra? Tutti rivolti alle faccende terrene, diventiamo tanto più insensibili interiormente, quanto più sembriamo attenti agli affari esteriori. Ben per questo la santa Chiesa dice delle sue membra malate: «Mi hanno messo a guardiana delle vigne; la mia vigna, la mia, non l'ho custodita» (Ct 1, 6). Posti a custodi delle vigne, non custodiamo affatto la vigna, perché, implicati in azioni estranee, trascuriamo il ministero che dovremmo compiere. 


domenica 5 settembre 2021

PERCHè LE FORZE DELL'ORDINE,I MILITARI DOVREBBERO PRENDERE IL POTERE AL PIU' PRESTO E GIUDICARE QUESTA CLASSE POLITICA CORROTTA ? SEMPLICE ! ABBIAMO SUBITO DI TUTTO E SOPPORTATO IN QUESTI ANNI, MA ORA HANNO ESAGERATO , HANNO ADERITO A UN PIANO DI STERMINIO GENERALE DEL POPOLO ITALIANO CHE NON SI PUO' PIU'PERMETTERE ! SALVIAMO I BAMBINI, SALVIAMO IL POPOLO ITALIANO.

 «Quando il nemico sembra prevalere in battaglia, quando le sue forze sembrano soverchianti, quando la strategia di combattimento sembra far indietreggiare le truppe...allora la battaglia sia portata avanti in maniera diversa, si moltiplichino le "cellule" del bene, i guerrieri restino uniti, la guerriglia si faccia intensa e fastidiosa; si ritrovi lo spirito di corpo, si serrino i ranghi della fraternità, si sopporti l'andare controcorrente, non si perda occasione per, agili e leggeri, colpire al cuore il nemico potente...
A noi la battaglia, a Dio la vittoria»
Santa Giovanna d'Arco.

 

 

 Dal «Discorso sulle beatitudini» di san Leone Magno, papa (Disc. 95, 8-9; PL 54, 465-466)
Grande pace per chi ama la legge di Dio

È giusto che la beatitudine della visione di Dio venga promessa ai puri di cuore. L'occhio ottenebrato infatti non potrebbe sostenere lo splendore della vera luce: ciò che formerà la delizia per le anime pure, sarà causa di tormento per quelle macchiate dal peccato. Evitiamo dunque l'oscura caligine delle vanità terrene, e gli occhi dell'anima si lavino da ogni sozzura di peccato, perché il nostro sguardo limpido possa pascersi della sublime visione di Dio. Proprio perché ci adoperassimo a meritare questa visione il Signore disse: «Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio» (Mt 5,9). Questa beatitudine, fratelli, non si riferisce ad una qualsiasi intesa o accordo, ma a quello di cui parla l'Apostolo: Abbiate pace con Dio (cfr. Rm 5,1), e di cui il profeta dice: «Grande pace per chi ama la tua legge, nel suo cammino non trova inciampo» (Sal 118,165). Non possono pretendere di possedere questa pace né i vincoli più stretti di amicizia, né la somiglianza più perfetta di carattere se non sono in armonia con la volontà di Dio. Fuori di questa sublime pace troviamo soltanto connivenze e associazioni a delinquere, alleanze malvage e i patti del vizio. L'amore del mondo empio non si concilia con quello di Dio. Colui che non si distacca dalla generazione secondo la carne non arriva a far parte della comunità dei figli di Dio. Coloro invece che hanno la mente fissa in Dio, «cercando di conservare l'unità dello spirito, per mezzo del vincolo della pace» (Ef 4,3), non si discostano mai dalla legge eterna. Essi dicono con sincera fede la preghiera: «Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra» (Mt 6,10). Questi sono gli operatori di pace, questi sono veramente unanimi e santamente concordi, degni di essere chiamati in eterno figli di Dio e coeredi di Cristo (Rm 8,17). Infatti l'amore di Dio e l'amore del prossimo li renderà meritevoli del grande premio. Non sentiranno più nessuna avversità, non temeranno più ostacoli o insidie, ma, terminata la lotta e tutte le tribolazioni, riposeranno nella più tranquilla pace di Dio. Per il Signore nostro, che con il Padre e lo Spirito Santo vive e regna per tutti i secoli dei secoli. Amen.

 

 

 

sabato 4 settembre 2021


BENEDETTO XVI NEMICO DEL RELATIVISMO E DEL DEMOCRATICISMO.


 


UDIENZA

AI MEMBRI DELLA
COMMISSIONE TEOLOGICA INTERNAZIONALE
05.10.2007







DISCORSO DEL SANTO PADRE


Signor Cardinale,


venerati Fratelli nell’Episcopato,


illustri Professori e cari Collaboratori,



è con particolare piacere che vi accolgo al termine dei lavori della vostra annuale Sessione Plenaria. Desidero innanzitutto esprimere un sentito ringraziamento per le parole di omaggio che, a nome di tutti Ella, Signor Cardinale, in qualità di Presidente della Commissione Teologica Internazionale, ha voluto rivolgermi nel suo indirizzo di saluto. I lavori di questo settimo "quinquennio" della Commissione Teologica Internazionale, come Lei Signor Cardinale ha ricordato, hanno dato già un frutto concreto con la pubblicazione del documento "La speranza della salvezza per i bambini che muoiono senza battesimo". In esso si tratta questo argomento nel contesto della volontà salvifica universale di Dio, dell'universalità della mediazione unica di Cristo, del primato della grazia divina e della sacramentalità della Chiesa. Confido che tale documento possa costituire un punto di riferimento utile per i Pastori della Chiesa e per i teologi, ed anche un aiuto e una sorgente di consolazione per i fedeli che hanno sofferto nelle loro famiglie la morte inattesa di un bambino prima che ricevesse il lavacro della rigenerazione. Le vostre riflessioni potranno essere anche occasione di ulteriori approfondimenti e ricerche sull'argomento. Occorre infatti penetrare sempre più a fondo nella comprensione delle diverse manifestazioni dell'amore di Dio, che ci è stato rivelato in Cristo, verso tutti gli uomini, specialmente verso i più piccoli e i più poveri.



Mi congratulo con voi per i risultati già raggiunti e allo stesso tempo vi incoraggio a proseguire con impegno lo studio degli altri temi proposti per questo quinquennio e sui quali avete già lavorato negli anni passati e in questa Sessione Plenaria. Essi sono, come Lei Signor Cardinale ha ricordato, i fondamenti della legge morale naturale e i principi della teologia e del suo metodo. In occasione dell’Udienza del 1° dicembre 2005, presentai alcune linee fondamentali del lavoro che il teologo deve svolgere in comunione con la voce viva della Chiesa sotto la guida del Magistero. Vorrei soffermarmi in special modo ora sul tema della legge morale naturale. Come probabilmente è noto, su invito della Congregazione per la Dottrina della Fede si sono tenuti o si stanno organizzando, da parte di diversi centri universitari e associazioni, simposi o giornate di studio al fine di individuare linee e convergenze utili per un approfondimento costruttivo ed efficace della dottrina sulla legge morale naturale. Tale invito ha trovato finora accoglienza positiva e notevole eco. E’ quindi con grande interesse che si attende il contributo della Commissione Teologica Internazionale, mirato soprattutto a giustificare e illustrare i fondamenti di un'etica universale, appartenente al grande patrimonio della sapienza umana, che in qualche modo costituisce una partecipazione della creatura razionale alla legge eterna di Dio. Non si tratta quindi di un tema di tipo esclusivamente o prevalentemente confessionale, anche se la dottrina sulla legge morale naturale viene illuminata e sviluppata in pienezza alla luce della Rivelazione cristiana e del compimento dell'uomo nel mistero di Cristo.



Il Catechismo della Chiesa Cattolica riassume bene il contenuto centrale della dottrina sulla legge naturale, rilevando che essa "indica le norme prime ed essenziali che regolano la vita morale. Ha come perno l'aspirazione e la sottomissione a Dio, fonte e giudice di ogni bene, e altresì il senso dell'altro come uguale a se stesso. Nei suoi precetti principali essa è esposta nel Decalogo. Questa legge è chiamata naturale non in rapporto alla natura degli esseri irrazionali, ma perché la ragione che la promulga è propria della natura umana" (n. 1955). Con questa dottrina si raggiungono due finalità essenziali: da una parte, si comprende che il contenuto etico della fede cristiana non costituisce un'imposizione dettata dall’esterno alla coscienza dell'uomo, ma una norma che ha il suo fondamento nella stessa natura umana; dall'altra, partendo dalla legge naturale di per sé accessibile ad ogni creatura razionale, si pone con essa la base per entrare in dialogo con tutti gli uomini di buona volontà e, più in generale, con la società civile e secolare.



Ma proprio a motivo dell'influsso di fattori di ordine culturale e ideologico, la società civile e secolare oggi si trova in una situazione di smarrimento e di confusione: si è perduta l'evidenza originaria dei fondamenti dell'essere umano e del suo agire etico e la dottrina della legge morale naturale si scontra con altre concezioni che ne sono la diretta negazione. Tutto ciò ha enormi e gravi conseguenze nell'ordine civile e sociale. Presso non pochi pensatori sembra oggi dominare una concezione positivista del diritto. Secondo costoro, l'umanità, o la società, o di fatto la maggioranza dei cittadini, diventa la fonte ultima della legge civile. Il problema che si pone non è quindi la ricerca del bene, ma quella del potere, o piuttosto dell'equilibrio dei poteri. Alla radice di questa tendenza vi è il relativismo etico, in cui alcuni vedono addirittura una delle condizioni principali della democrazia, perché il relativismo garantirebbe la tolleranza e il rispetto reciproco delle persone. Ma se fosse così, la maggioranza di un momento diventerebbe l’ultima fonte del diritto. La storia dimostra con grande chiarezza che le maggioranze possono sbagliare. La vera razionalità non è garantita dal consenso di un gran numero, ma solo dalla trasparenza della ragione umana alla Ragione creatrice e dall’ascolto comune di questa Fonte della nostra razionalità.



Quando sono in gioco le esigenze fondamentali della dignità della persona umana, della sua vita, dell'istituzione familiare, dell'equità dell'ordinamento sociale, cioè i diritti fondamentali dell'uomo, nessuna legge fatta dagli uomini può sovvertire la norma scritta dal Creatore nel cuore dell'uomo, senza che la società stessa venga drammaticamente colpita in ciò che costituisce la sua base irrinunciabile. La legge naturale diventa così la vera garanzia offerta ad ognuno per vivere libero e rispettato nella sua dignità, e difeso da ogni manipolazione ideologica e da ogni arbitrio e sopruso del più forte. Nessuno può sottrarsi a questo richiamo. Se per un tragico oscuramento della coscienza collettiva, lo scetticismo e il relativismo etico giungessero a cancellare i principi fondamentali della legge morale naturale, lo stesso ordinamento democratico sarebbe ferito radicalmente nelle sue fondamenta. Contro questo oscuramento, che è crisi della civiltà umana, prima ancora che cristiana, occorre mobilitare tutte le coscienze degli uomini di buona volontà, laici o anche appartenenti a religioni diverse dal Cristianesimo, perché insieme e in modo fattivo si impegnino a creare, nella cultura e nella società civile e politica, le condizioni necessarie per una piena consapevolezza del valore inalienabile della legge morale naturale. Dal rispetto di essa infatti dipende l’avanzamento dei singoli e della società sulla strada dell’autentico progresso in conformità con la retta ragione, che è partecipazione alla Ragione eterna di Dio.



Carissimi, con riconoscenza esprimo a voi tutti apprezzamento per la dedizione che vi contraddistingue e stima per il lavoro svolto e che state svolgendo. Nel porgervi i miei auguri per i vostri futuri impegni, vi imparto con affetto la mia Benedizione.

[01382-01.02] [Testo originale: Italiano]

(C) Vatican.va http://212.77.1.245/news_services/bulletin/new

Dagli «Atti proconsolari del martirio di san Cipriano Vescovo» (Atti, 3-6; CSEL 3,112-114)
In una cosa così giusta non c'è da riflettere

Al mattino del 14 settembre molta folla si era radunata a Sesti secondo quanto aveva ordinato il proconsole Galerio Massimo. E così lo stesso proconsole Galerio Massimo ordinò che gli fosse condotto Cipriano all'udienza che teneva nel medesimo giorno nell'atrio Sauciolo. Quando gli fu davanti, il proconsole Galerio Massimo disse al vescovo Cipriano: «Tu sei Tascio Cipriano?». Il vescovo Cipriano rispose: «Sì, sono io».
Il proconsole Galerio Massimo disse: «Sei tu che ti sei presentato come capo di una setta sacrilega?». Il vescovo Cipriano rispose: «Sono io».
Galerio Massimo disse: «I santissimi imperatori ti ordinano di sacrificare». Il vescovo Cipriano disse: «Non lo faccio».
Il proconsole Galerio Massimo disse: «Rifletti bene». Il vescovo Cipriano disse: «Fa' ciò che ti è stato ordinato. In una cosa così giusta non c'è da riflettere».
Galerio Massimo, dopo aver conferito con il collegio dei magistrati, a stento e a malincuore pronunziò questa sentenza: «Tu sei vissuto a lungo sacrilegamente e ti sei aggregato moltissimi della tua setta criminale, e ti sei costituito nemico degli dèi romani e dei loro sacri riti. I pii e santissimi imperatori Valeriano e Gallieno Augusti e Valeriano nobilissimo Cesare non riuscirono a ricondurti all'osservanza delle loro cerimonie religiose. E perciò, poiché sei risultato autore e istigatore dei peggiori reati, sarai tu stesso di esempio a coloro che hai associato alle tue scellerate azioni. Col tuo sangue sarà sancito il rispetto delle leggi». E dette queste parole, lesse ad alta voce da una tavoletta il decreto: «Ordino che Tascio Cipriano sia punito con la decapitazione». Il vescovo Cipriano disse: «Rendiamo grazie a Dio».
Dopo questa sentenza la folla dei fratelli diceva: «Anche noi vogliamo esser decapitati insieme a lui». Per questo una grande agitazione sorse fra i fratelli e molta folla lo seguì. E così Cipriano fu condotto nella campagna di Sesti e qui si spogliò del mantello e del cappuccio, si inginocchiò a terra e si prostrò in orazione al Signore. Si tolse poi la dalmatica e la consegnò ai diaconi, restando con la sola veste di lino, e così rimase in attesa del carnefice.
Quando poi questo giunse, il vescovo diede ordine ai suoi di dargli venticinque monete d'oro. Frattanto i fratelli stendevano davanti a lui pannolini e fazzoletti. Quindi il grande Cipriano con le sue stesse mani si bendò gli occhi, ma siccome non riusciva a legarsi le cocche del fazzoletto, intervennero ad aiutarlo il presbitero Giuliano e il suddiacono Giuliano. Così il vescovo Cipriano subì il martirio e il suo corpo, a causa della curiosità dei pagani, fu deposto in un luogo vicino dove potesse essere sottratto allo sguardo indiscreto dei pagani. Di là, poi, durante la notte, fu portato via con fiaccole e torce accese e accompagnato fino al cimitero del procuratore Macrobio Candidiano che è nella via delle Capanne presso le piscine. Dopo pochi giorni il proconsole Galerio Massimo morì.
Il santo vescovo Cipriano subì il martirio il 14 settembre sotto gli imperatori Valeriano e Gallieno, regnando però il nostro Signore Gesù Cristo a cui è onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen.

giovedì 2 settembre 2021

 LA SQ


UOLA ITALIAMA 

 


Dal libro del profeta Geremia 30, 18 - 31, 9

Promessa della restaurazione d'Israele

 

Così dice il Signore: «Ecco, restaurerò la sorte delle tende di Giacobbe e avrò compassione delle sue dimore. La città sarà ricostruita sulle rovine ed il palazzo sorgerà di nuovo al suo posto. Ne usciranno inni di lode, voci di gente festante.

Li moltiplicherò e non diminuiranno, li onorerò e non saranno disprezzati, i loro figli saranno come una volta, la loro assemblea sarà stabile dinanzi a me; mentre punirò tutti i loro avversari. Il loro capo sarà uno di essi e da essi uscirà il loro comandante; io lo farò avvicinare ed egli si accosterà a me. Poiché chi è colui che arrischia la vita per avvicinarsi a me? Oracolo del Signore. Voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio. Ecco la tempesta del Signore, il suo furore si scatena, una tempesta travolgente; si abbatte sul capo dei malvagi. Non cesserà l'ira ardente del Signore, finché non abbia compiuto e attuato i progetti del suo cuore. Alla fine dei giorni lo comprenderete! «In quel tempo — oracolo del Signore — io sarò Dio per tutte le tribù di Israele ed esse saranno il mio popolo». Così dice il Signore: «Ha trovato grazia nel deserto un popolo di scampati alla spada; Israele si avvia a una quieta dimora». Da lontano gli è apparso il Signore: «Ti ho amato di amore eterno, per questo ti conservo ancora pietà. Ti edificherò di nuovo e tu sarai riedificata vergine di Israele. Di nuovo ti ornerai dei tuoi tamburi e uscirai fra la danza dei festanti. Di nuovo pianterai vigne sulle colline di Samaria; i piantatori, dopo aver piantato, raccoglieranno. Verrà il giorno in cui grideranno le vedette sulle montagne di Efraim: Su, saliamo a Sion, andiamo dal Signore nostro Dio». Poiché dice il Signore: «Innalzate canti di gioia per Giacobbe, esultate per la prima delle nazioni, fate udire la vostra lode e dite: Il Signore ha salvato il suo popolo, un resto di Israele». Ecco li riconduco dal paese del settentrione e li raduno all'estremità della terra; fra di essi sono il cieco e lo zoppo, la donna incinta e la partoriente; ritorneranno qui in gran folla. Essi erano partiti nel pianto, io li riporterò tra le consolazioni; li condurrò a fiumi d'acqua per una strada dritta in cui non inciamperanno; perché io sono un padre per Israele, Efraim è il mio primogenito.

mercoledì 1 settembre 2021


 

LA VISIONE GEOPOLITICA DI  GESU’ CRISTO

 NEI   TEMPI DELLA PANDEMIA

LA VISIONE GEOPOLITICA DI GESU’ CRISTO
NEI TEMPI DELLA PANDEMIA
Possiamo affermare senza ombra di dubbio che il primo nemico che attentò alla vita di Gesù Cristo sulla terra fu Erode, un re che temeva di essere spodestato e per precauzione decise di agire visto che gli riferivano segni strani che accadevano nel suo regno umano e immorale …. quindi Gesù Cristo trovò rifugio in Egitto e in seguito visse 30 anni con i suoi genitori nel sistema geopolitico dell’ Impero romano sebbene molto distante da Roma . Potremmo anche leggere questo episodio da un punto di vista metafisico e vederci il potere di satana che capisce che sta per arrivare la sua ora di dominio incontrastato sui regni della terra e su israele ma usciremmo fuori dal racconto storico prettamente storico. . Per tre anni Gesù visse con gli apostoli coi quali ebbe molte incomprensioni perché non capivano la Sua natura divina e la sua missione durante il suo ministero di annuncio di Salvezza e di contrasto all’ azione di satana sulla terra , fino alla Risurrezione e discesa dello Spirito Santo che avrebbe continuato la Sua missione tra gli uomini testimoniando la presenza di Dio e la natura divina di Cristo Signore . - Gesù aveva una sua precisa visione politica che gli proveniva dalle Sacre Scritture, aveva una precisa dottrina sociale che non era quella degli zeloti e non era quella degli apostoli, per quelli di essi che ne avessero qualcuna . Insegnò’ agli apostoli a pregare affinchè arrivasse il suo Regno sulla terra nel Padre nostro fin da questa terra !! E quale poteva essere questa visone politica di Gesù sulla terra ? Qui le cose si complicano per noi perché il piano di Dio sulla terra attraversa tutti i secoli è stato già stabilito con precisione millimetrica, solo che noi lo conosciamo a tendoni di volta in volta , man mano che si realizza , perché non ci è dato conoscere i tempi e i modi di realizzazione di questo piano che porta avanti Dio stesso di generazione in generazione . Per capire cosa avesse in mente Gesù Cristo dobbiamo rifarci al libro della Genesi perché li è delineata tutta la storia politica mondiale attraverso i secoli sulla terra . Dio conosce il numero degli abitanti che popoleranno la terra attraverso tutti i secoli prima ancora della loro creazione . Un numero immenso ,ma ha anche disposto che avessero le necessarie conoscenze scientifiche di epoca in epoca per potersi sfamare e governare con mezzi tecnici sempre più efficaci in grado di dominare tutti i viventi con sempre nuove risorse secondo il numero degli abitanti . Come nel deserto sfamava il popolo con la manna , cosi di epoca in epoca l’ umanità verrà sfamata da Dio secondo le nuove necessità e numero di abitanti. In Genesi Gesù Cristo comanda all ‘uomo di moltiplicarsi e riempire tutta la terra e dominarla ; è un ordine non una raccomandazione benevola e facoltativa come avviene nel vangelo , quindi ordina di dominarla lui stesso, l’ uomo, per conto di Dio ,ma secondo le sue leggi . Quest’ ordine è rivolto a tutti gli uomini e non solo a un gruppo di credenti o discepoli o inviati speciali o a un popolo specifico. Però cosa succedeva e succede durante il lungo sviluppo di questo piano ?? A un certo punto il loro numero, si , aumentava, ma secondo direzioni sbagliate perché in un passo del Genesi si dice : “Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro delle figlie, i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli a loro scelta “. Allora il Signore disse: «Il mio spirito non resterà sempre nell’uomo, perché egli è carne e la sua vita sarà di centoventi anni» [4] Questa moltiplicazione degli uomini a cui nacquero figlie da Lui stessa voluta e comandata, non dovette essere nella linea politica di Dio perché, pare, da questo passo scritturistico , che non essendoci alcuno matrimonio o patto ufficiale tra conviventi , lo sviluppo non avveniva in maniera etica, ma ognuno ,anche i più devoti a Dio, credenti, ne prendevano di mogli per soddisfare i loro sensi, quante ne volevano senza nessun dovere morale nei loro confronti e della famiglia, ma ne prendevano quante ne volevano e a loro scelta come si fa con gli animali che si comprano e si usano . Quindi non si moltiplicavano e dominavano la terra secondo l’ ordine voluto da Dio stesso ma perseguivano un loro piano perverso basato sulla soddisfazione dei loro istinti ed erano solo dediti al piacere, al potere e al possesso delle cose. Essi certamente non sapevano di essere ispirati da un entità spirituale perversa che cercava in tutti i modi di farli deviare dal piano divino con la scusa di una libertà e un amore ingannevole come nel racconto del Genesi . Ora nel Vecchio Testamento Cristo fa varie alleanze ; con gli uomini, con le razze ,coi suoi fedeli , con le famiglie . Alcune solenni altre no . Dopo il diluvio afferma di non volere più colpire La terra a causa dell ‘uomo, perché il suo cuore è incline al male. E , dopo l’ offerta del sacrifico di NOE’ ,finchè durerà la terra “caldo e freddo, seme e messe, estate e inverno , giorno e notte … non cesseranno (Gen.8,22). Il Suo patto con ogni essere vivente sulla terra di generazione in generazione , verrà ricordato da un segno nella natura stessa . Un arco nelle nubi . Una testimonianza divina visibile a tutti !! Per sottolineare questo patto Dio fa un patto con tutti gli esseri viventi e con la stessa natura : un Arco nelle nubi del cielo . C’era poi la necessità di indicare una Legge agli uomini, una via da seguire che avesse regolato la convivenza di quel grande numero di uomini che popolavano la terra in quel periodo storico e questa Legge fungesse da battistrada generale, da stella polare e come guida politica secondo una giustizia giusta . Dio doveva dare delle norme generali che l’ uomo coi suoi saggi avrebbe adattato di epoca in epoca ai luoghi e alle razze delle regioni della terra di epoca in epoca . Delle norme generali valide per tutti, imprescindibili e obbligatorie; pena la loro stessa sopravvivenza sul pianeta .. Ecco che Dio manda il Diluvio Universale per distruggere tutta la precedente generazione di uomini oramai irrimediabilmente deviata e pervertita per mettere fine alle loro empietà e quindi ricominciare con una nuova umanità già con la prospettiva di una Legge perché in seguito dirà “ “… domanderò conto della vita dell’uomo all’uomo , a ognuno di suo fratello. Chi sparge il sangue dell’uomo dall’uomo il suo sangue sarà sparso “ (Gen.9,6). E’ quindi la Legge che spargerà il sangue tra gli uomini !
Con queste parole Dio concede all’uomo stesso di fare giustizia del sangue e della vita del fratello ; guai ora quindi a chi lascerà Caino in libera circolazione ! Adesso ci sarà un autorità sulla terra che prima non c’era e che dovrà preoccuparsi dei fratelli perché Dio chiederà conto della vita a chi gli è prossimo , cioè l'uomo sarà sottoposto a un giudizio per questo, e ciò dipenderà dal ruolo e dalla sua attività. Con queste parole Dio affida all’ uomo la Legge , cioè il potere di stabilire la giustizia sulla terra ma secondo i piani e i fini stabiliti da Dio . Dio quasi si pente di quello che aveva fatto eliminando le generazioni e stabilisce che la giustizia sulla terra concorrerà ad amministrarla l’ uomo stesso , con i suoi saggi e le sue autorità da Lui stabilite ……. Non solo, ma cambia il loro DNA e gli pone un termine (un timer interno) relativamente breve di durata della loro vita . Lo programma perché non andasse la loro vita oltre i 120 anni per permettere, immaginiamo, un ricambio generazionale più abbondante e razionale. Pensiamo ad un campo fecondo, dove potremmo fare un raccolto all’anno, oppure tre o quattro secondo le nostre necessità, cosi Dio fa con la creazione delle creature ; velocizza la successione delle generazioni dei suoi figli . Ma in tutta questa storia ciclopica c’è una figura tremenda che tenta di porre ostacoli non in maniera diretta contro Dio, ma nelle opere e nei piani più alti che Lui vuole realizzare. Si frappone; ottiene pure qualche vittoria locale, ma invano, perché anche Lui fa parte di un piano ancora superiore che solo Dio conosce… Anche Satana è un manichino che serve a Dio per Suoi piani superiori che solo Lui conosce bene. Il tempo del suo governo, solo apparente, è tutto stabilito e contato al millimetro . Chi comanda tutto sulla terra e nel Mondo visibile è solo Cristo e non una zanzara nociva che si oppone . Ora nell‘epoca della pandemia, simile al tempo del diluvio, l‘uomo ha dimenticato il piano politico di Dio sull’umanità e segue altri fini e altri scopi che sembrano buoni ma sono perversi . L’ insetto riesce a mettergli paura ….. Anche i Figli di Dio non ci capiscono più nulla e guardano alle figlie degli uomini solo per possederle e avere potere . Ecco che il piano divino non è solo quello della Salvezza operata da Gesù Cristo .
Il patto con tutti i viventi della terra è un patto in cui Dio assicura la sussistenza all ‘ uomo in generale , una sussistenza che si misura sulla sua Legge generale . Dio non fa un patto di salvezza dal peccato con i figli di Noè ma solo coi figli di Abramo . La Nuova Alleanza avverrà nel cuore dell uomo . Dio non stabilisce solo un piano di Salvezza dal peccato con la sua Chiesa, ma ha anche piano politico che coincide perfettamente con quello storico dell’ uomo sulla terra attraverso tutte le epoche . Nel Regno di Davide del Vecchio Testamento ne abbiamo una prefigurazione . Dio ha stabilito che tutti i popoli dovranno servire Suo Figlio Gesù Cristo sulla terra, che è l’ unica Immagine del Padre per i viventi , nella Sua regalità e nella Sua umiltà . Tutti i popoli spariranno, tutte le religioni saranno annientate , anche i cieli e la terra, ma quanto ha stabilito la Sua Parola, non passerà mai …. Nel vangelo il Cristo fa accenni a questo piano che viene da lontano, ma non ne parla specificatamente, perché ha di mira un altro piano, che è quello della Salvezza. Nel Nuovo Testamento Gesù si occupa solo della Salvezza ,perché solo quello oramai manca all ‘uomo . Per l’ uomo la cosa più importante e fondamentale, essenziale, è la Salvezza. Anche i dannati e satana fanno parte di questo grande piano,lo attuano , anche se si sono schierati dalla parte sbagliata . Nel Vangelo infatti Gesù ci parla di altro e non di politica perché dice ai giudei : “avete la Legge e i Profeti”, quella è regola della politica delle nazioni sulla terra . Infatti nel Vecchio Testamento era sempre Il Cristo che operava ,era Lui la stessa Legge del Padre . Era Lui che disse “occhio per occhio dente per dente “ per rispetto alla legge naturale divina e , sappiatelo, …….. chi tocca i fili dell’ alta tensione muore stecchito sul colpo . La legge naturale non si tocca ! Quelle parole terribili non sono un’invenzione dell’ autore o un genere letterario come ce lo hanno ammannito e presentato i pii sadducei delle università cattoliche. . Il Padre l’ha già data la Legge e non cambierà una sola virgola, nessuno può cambiarla, piuttosto sparirà il cielo e la terra ma non la sua Legge. In sintesi possiamo dire che Dio oggi con La Chiesa si occupa della Salvezza, ma con la Legge guarda ad altro ; alla politica e alla realizzazione della storia umana . Questa tocca all’ uomo realizzarla e non alla Chiesa . Bisogna solo che gli uomini seguano quelle regole che Dio gli ha affidato da tempo immemorabile per la politica, non altro. E li dentro ci sono accennate anche regole igienico- sanitarie tante care ai nuovi farisei della legge moderna . Il resto poi viene dal maligno. (Affus )

Lo speratozoo divino Le gonadi nell’ uomo e nella donna sono quell’ apparato sessuale primario riproduttore dell’ essere umano . Essi ...