lunedì 23 dicembre 2019

In Italia fu sconfitta la bestia


In Italia fu sconfitta la bestia


Verso il VI secolo d.C. nell’Impero Romano si afferma stabilmente la società cristiana che pian piano soppianta quelle istituzioni civili con all’interno uomini con un credo pagano . L’impero romano era una organizzazione politica e culturale che andava oltre i confini etnici e nazionali con un centro di potere politico a Roma al quale erano collegate le varie questure e comuni o rappresentanti del potere centrale . Una organizzazione politica perfetta ed efficiente che permetteva a un potere centrale di dominare ovunque e fare applicare le sue leggi . Di esso facevano parte razze varie, popoli con lingue e culture diverse , classi sociali diverse ma accomunati tutti dai loro doveri verso Roma e da una stessa legge civile . Una legge basata sul diritto naturale per lo più, dove il reo veniva condotto davanti a un tribunale e giudicato da un giudice e non da un capo tribù o da un capo clan . Con Costantino abbiamo la vittoria della nuova cultura che doveva affermarsi all’interno delle istituzioni statali e, mano a mano , appianare quei contrasti e deviazioni nelle istituzioni basate su una visione politica molto rivolta al dominio e allo sfruttamento dei popoli incorporati all’impero con il predominio delle classi più abbienti e la supremazia dell’uomo virile e forte all’interno della società. Costantino iniziò alcune riforme incominciando dal matrimonio, dandogli più stabilita e certezza e permise la libera diffusione del cristianesimo fino allora perseguitato . Si realizzava cosi quanto disse il profeta Isaia di Cristo : “ E’ troppo poco che tu sia mia servo per restaurare le tribù di Giacobbe e ricondurre i superstiti di Israele . Ma io ti renderò luce delle nazioni perché porti la mia salvezza fino all’estremità della terra .”( Is.49,5-6). Il Dio di Abramo di Isacco e di Giacobbe così oltrepassava i confini di Israele e veniva conosciuto dall’Impero Romano dei popoli . Ma dobbiamo aspettare la fine del IV secolo prima che l’imperatore Teodosio abolisse completamente il culto nei templi pagani , anzi ne decretasse la chiusura . Non a caso è proprio in quel periodo che inizieranno le apparizioni Micaeliche sul Gargano e proprio su un antico tempio pagano famoso del luogo dove verrà costruita una Chiesa . La bestia , rappresentata dal paganesimo , veniva definitivamente sconfitta dalla forza poderosa e divina dell’Arcangelo . Veniva legata e imprigionata ! Il paganesimo oramai non esisteva più e viveva solo in piccoli villaggi o nella campagna da cui il nome di pagus. Quindi nascono dei grandi movimenti spirituali di vita associata che trovano la loro organizzazione stabile nei grandi monasteri principalmente benedettini . Molti magistrati romani , retori e cultori delle arti scelgono la vita monastica come lo stesso Benedetto da Norcia ,San Leone magno , Gregorio Magno, Sant’Agostino ,Sant’Ambrogio e altri. Con l’avvento dei grossi monasteri con annessi gli immensi lasciti dei fedeli , la vita politica quasi scompare anche a causa di continue invasioni barbariche . Il vulgus si allontana dalla politica e dalle città e si rifugia nei monasteri, preferendo stare alle loro dipendenze per imitare la vita evangelica . Molti donano le loro proprietà terriere anche se continuano a vivere e lavorare in esse però a servizio dell’Abate . Da proprietari divenivano semplici amministratori per imitare la vita evangelica fino all’avvento della società mercantile e la nascita dei comuni . Fu allora che nascono la spiritualità francescana e domenicana come esperienze religiose e comunitarie legate alla nuova società in contrapposizione alla vita monastica delle abbazie , le quali pero’ avevano il merito di essere legate di più ai laici. Questi ordini si distinguono per il voto di povertà e la mancanza di legame per la stabilità al luogo. La politica e la società civile viene vista all’interno di queste realtà spirituali come una cosa sporca , un luogo da cui fuggire perché pieno di interessi e di affari loschi , di traffici e commerci iniqui , dove nell ‘autorità e il signore venivano identificati i vizi della lussuria mentre la proprietà era il prodotto del peccato . I civili lottavano per guadagnare e possedere quindi per accrescere i vizi , mentre i religiosi imitavano la comunità evangelica dove tutti erano uguali e fratelli, dove regnava la giustizia senza preoccupazioni di sorta con una libertà interiore . Il clero regolare aveva una spiritualità che era una via di mezzo tra gli interessi della carne e gli interessi dello spirito e non avevano per la loro formazione i grandi mezzi culturali dei religiosi e dei monaci . Spesso erano membri di famiglie facoltose a cui erano legati da interessi tutt’altro che nobili . Essi appartenevano sempre a una casta al servizio del vescovo e spesso erano impelagati nelle preoccupazioni del mondo e delle ricchezze non avendo il voto di povertà . Ma nella stessa società civile si sentiva l’esigenza di avere una giustizia mentre aumentavano le relazioni sociali ,la necessità di regolare i rapporti mano a mano che si popolavano di nuovo le città e aumentavano i traffici e le vie di comunicazioni . Quando si passava dalla semplice vita agricola e monastica alla vita del borgo cittadino, si sentiva l’esigenza di regolare i rapporti sociali e ordinarli , aumentava il patos politico. All’interno delle società evangeliche si introduceva ufficialmente il diritto canonico intorno all’anno mille, mentre la società civile non era retta ancora da nessun codice legislativo e le embrionali strutture politiche sentivano molto l’influsso ecclesiale . Non ci si poteva riferire al vangelo per punire i delitti di ogni specie perché il vangelo imponeva solo di perdonare sempre , quindi bisognava avere un altro modello . Il modello più a portata di mano era il codice ebraico della legge naturale molto più severo e più preciso dello stesso codice di diritto romano , però veniva depurato di alcuni elementi liturgici e inconsistenti riguardanti le abluzioni . Infatti la legge mosaica è tutta basata su un elemento base che ruota intorno al concetto di “occhio per occhio , dente per dente “, dove il metro è una giustizia giusta e non la vendetta . Oggi invece si da molta importanza nei codici civili moderni anche a quegli elementi della legge ebraica che sembravano inutili e faziosi come le prescrizioni rituali di purificazione che non avvenivano all’interno di atti liturgici ma erano semplice profilassi igienica e sanitaria quotidiana che , si è visto , salva dalle epidemie e dalle facili contaminazioni , nonché da molte malattie legate all’igiene della persona . I codici moderni ne sono pieni nel campo dell’industria alimentare e nelle profilassi ospedaliere o scolastiche .Quale legislazione dei popoli più antichi aveva una legge cosi perfetta e precisa, che magari badava anche all’igiene ? Quale legislazione antica si preoccupava dell’usura e la puniva con certezza ? L’Inquisizione , cioè gli antichi tribunali amministrativi della giustizia civile medioevali , avevano quindi come modello Mose’ , i profeti e tutti i re giusti dell’Antico Testamento che miravano a tenere fermi i costumi senza che degenerassero nell’anarchia o per una visione falsamente evangelica che non riguardava la vita civile . Verso il 15° secolo nel vecchio Impero Romano inizia la formazione degli stati nazionali e la lotta per la supremazia politica di uno stato sull’altro, per il dominio dei mercati e per rivendicare la propria identità politica .La Chiesa subisce varie umiliazioni ed è sempre più costretta ad arretrare dalla società civile dove si afferma una cultura sempre più autonoma che tenta sempre più a spiegare l’autorità e la morale e la legge come un parto della mente umana dove la legge naturale non c’entra nulla .Una ricerca della libertà e dell’autonomia umana dalla stessa legge morale,anzi una libertà intesa come trasgressione .Nel 18°secolo una nuova bestia a due corni imperversa , si afferma una cultura dove il pensiero religioso viene visto come ostile,alienante e pericoloso per una società civile oramai autonoma da ogni legame tradizionale e morale col passato, dalla legge naturale , tuttavia si avverte l’esigenza imperiosa di un egualitarismo sociale che appiani le molte ingiustizie sociali come una reminescenza della vita semplice medioevale. Nascono così le ideologie ( destra e sinistra ) dove ognuna delle classi o dei partiti politici giustifica i suoi interessi e dà una soluzione approssimativa di tutta la vita sociale dell’uomo, legando le sue affermazioni a teorie di origine pseudoscientifiche e alla stessa matrice culturale : l’evoluzionismo darwiniano.L’antica unità culturale dell’Impero Romano dei popoli , favorita dalla comune lingua , liturgia e cultura giuridica scompare e si affermano le entità politiche nazionali dove diventa difficile trovare degli elementi comuni su cui basare la vita dei popoli e gli scambi sociali e culturali . La libertà che in alcuni casi non è altro che trasgressione dalle leggi morali sembra la nuova parola d’ordine e la condizione necessaria di ogni politica . Dopo un periodo di ostilità reciproca i popoli cercano attualmente di nuovo una unità culturale ma trovano soltanto delle intese economiche non sufficienti a fondare e ricreare la vita civile e dei popoli .
c.e.

 

LA LEGGE NATURALE , L' AUTORITA' , LA POLITICA


LA LEGGE NATURALE , L’AUTORITA’, LA POLITICA

Per
Aristotile l’autorità nasce dal diritto di natura e non dal consenso popolare a un “trattato” o con la delega che il popolo fa a un principe per mettere un freno alle individualità istintuali dell’uomo cosi come è inteso dal darwinismo e dal giusnaturalimo .

IL Filosofo afferma che le leggi naturali sono leggi comuni a tutti gli uomini o , più limitatamente , a tutti i popoli civili , e che ,pertanto , sono ricavabili da una considerazione generale sulla natura umana . Egli dice infatti : “giusto naturale è quello che ha dappertutto ha la stessa efficacia ,“(Aristotile, Etica Nicomachea ).

E in seguito Cicerone riferendosi ad Aristotile sentenzierà : << In ogni cosa

Il consenso di tutti i popoli è da considerarsi legge di natura >>; “ IL consenso di tutti è la voce stessa della natura “ (Cicerone , Tuscolane,1,13-14). Molti autori in seguito si adopereranno a dimostrare che non esiste nessuna legge di natura nei popoli perché essi hanno spesso leggi opposte , ma che dei pagani , non condizionati ideologicamente arrivino a dire con il semplice uso della ragione , con la forza della loro autorità culturale e della loro esperienza , che esistono delle leggi di natura universale a cui tutti i popoli danno o non danno il consenso , è gia una meta eccezionale ed e’ la dimostrazione che il problema della legge universale naturale risale alla creazione dell’uomo . La ragione umana , non condizionata da nessun sistema religioso preciso , arriva da sola ad ammettere la necessita di leggi di natura oggettive anche se venisse a mancare il consenso popolare a causa di condizioni contingenti particolari . Per il Filosofo la prima comunità naturale è la famiglia che nasce dall’unione o da una comunione di un uomo con una donna uniti da un patto naturale .

In essa vigono regole comportamentali private tra i membri, non separate pero’ da una morale universale e nello stesso tempo personale.

La prima cosa che faranno i giusnaturalisti sarà di dimostrare che se esiste una legge universale, non é certo quella data dalla natura ma è quella che deduce la scienza nel considerare la natura selvaggia e dell’uomo. E’ L’uomo con la sua osservazione scientifica che deduce le leggi universali di natura perché queste non sono date dalla natura stessa , dirà Hobbes . Per i giusnaturalisti c’è un conflitto insanabile tra l’individuo e lo Stato ,anzi lo Stato è l’espressione di quella assoluta libertà ferina che l’individuo non potrà mai permettersi altrimenti avremmo la legge della giungla e l’anarchia della foresta dove ognuno lotta per la propria sopravvivenza .Per loro l’autorità nasce da un contratto a cui però il popolo deve dare una specie di consenso . Il fondamento hobbesiano è che lo stato di natura sia uno stato di guerra da cui bisogna uscire con la società civile -

Stessa cosa faranno gli illuministi nel dimostrare che non esiste nessuna legge di natura universale nel senso aristotelico ma esiste una deduzione scientifica della libertà, fraternità e uguaglianza fra gli uomini. Rosseau identifichera addirittura la democrazia con l’ugulianza e il “buon selvaggio” è mosso solo dall’amor di se e si sente veramente libero quando ubbidisce solo alle leggi che lui stesso si è dato .

Lo storicismo in seguito si affannerà pure lui a dimostrare che non esiste alcuna “legge di natura” ma tutto di pende dalla natura delle cose, dai bisogni materiali ed economici degli uomini di una determinata classe sociale ed economica in una determinata e storica situazione sociale = storicismo .

Aristotile in realtà aveva individuato la stella polare in mezzo a tutte le tempeste e vicissitudini degli uomini e dei popoli , infatti egli dice che quando in un territorio ci sono due o più comunità o famiglie, queste debbono regolare i loro rapporti sociali , e proprio da questo nasce la naturale necessità dell’autorità e quindi delle leggi. Allora nasce la politica come conseguenza dell’etica sociale e non per frenare le passioni umane o l’istinto naturale selvaggio dell’uomo .

Ad esempio, se due o tre famiglie di pastori in uno stesso territorio hanno bisogno di regole o almeno di una consuetudine orale oppure scritta, dove si dice che le pecore degli uni non debbono sconfinare nei pascoli dell’altro; non debbono rubarsi il bestiame a vicenda, anche nel caso di capi dispersi …

Hanno bisogno di dividersi il territorio, le sorgenti d’acqua e stabilire una autorità TERZA che faccia osservare queste leggi.

Poteva essere un sacerdote o un re, a volte anche un delinquente, ma era la natura stessa del vivere comune che richiedeva altre leggi di diritto civile; così nasceva la politica.

Quindi il Filosofo non considera l’autorità come quel potere necessario per regolare gli istinti dell’ homo homini lupus, ma è quel potere che regola i rapporti tra individui e tra comunità e classi sociali per uno sviluppo ordinato di ognuna per i fini assegnatigli dalla stessa natura .

Non esiste conflitto innato tra individuo e autorità ; non ci deve essere, oppure distinguere sempre nell’autorità colei che dovrebbe assicurare una giustizia giusta, che non è altro se non l’antico concetto ebraico di : “occhio per occhio e dente per dente”, parole che non significano vendetta sul nemico, ma giustizia al disopra degli interessi e delle parti. Nella legislazione ebraica possimo distinguere anche culturalmente due tipi di leggi . Una legge scritta da Dio e data a Mose’ sul Sinai , ed era quella legge che andava riposta nell’Arca , e poi una legge “minore” che non era legge universale ma l’adattamento di questa a situazioni e culture particolari . Questa legge umana non andava riposta nell’arca e adorata perché non era universale pero avava foza di legge in quella cultura e situazione geografica .

La Politica di Aristotele e anche il Codex del diritto romano non sembrano altro che una ripetizione, una replica di uno dell’altro circa la giustificazione del potere politico e imperiale, nonché in secoli recenti se ne sono venuti altri naturalisti e ci hanno insegnato che bisogna studiare “ i bisogni umani” che non sono molto diversi da quelli delle bestie e che il loro metodo era finalmente scientifico e certo al contrario di quello della tradizione pagana ed ebraica che fondano l’autorità su una esigenza etica e naturale di giustizia giusta al disopra delle parti.

Diceva Dio a Mosè nel Deuteronomio: “non devi guardare nè a destra, nè a sinistra nel giudizio del tuo prossimo.” Ovvero la giustizia non tiene conto del censo sociale dell’individuo nè che sia ricco e ne che sia povero .

Il potere quindi non è in antitesi al diritto naturale dell’individuo ma un ordinatore e regolatore di rapporti tra individui e tra società o comunità di grado superiore.

L’individuo non è contrapposto allo Stato ,ma questo è lo sviluppo ordinato della sua vita sociale .

Nel modello Aristotelico la società umana passa da una piccola a una più grande per progressione geometrica.

Le società e l’individuo per Aristotile non sono un’ astratto stato naturale in cui casualmente si sarebbe trovato l’uomo cronologicamente prima della necessità dello Stato che reprimesse le singole individualità, ma entità concrete, come la famiglia naturale consistente di due persone , maschio e femmina , che si associano, non essendo nemici tra loro a causa della natura ferina.

Sono due persone buone di natura che si amano e non hanno bisogno di scrivere regole di convivenza per paura del prevalere dei loro istinti . Quindi il modello di società Aristotelico è aperto nel senso che le società variano di numero e progressione ma non c’è contrapposizione tra individuo e società, dove o prevale l’uno o prevale l’altro.

Per Aristotile la società perfetta e ultima è lo Stato in cui c’è un rapporto di progressione e continuità dalla famiglia.

L’individuo non è un individuo isolato e pericoloso come un leone nella giungla che abbia bisogno di uccidere per sopravvivere o che deve stare sempre in agguato per procacciarsi il cibo.

La società non è una classe di individui nella stessa situazione economica in lotta con un’altra classe che bisogna sopprimere e l’uomo non è l’homo artificialis creato dalla cultura.

Anche lo Stato non è artificialis ma nasce dalla difesa di questi gruppi di individui nel territorio, per procurarsi i mezzi di sussistenza e dividersi il lavoro.

Queste cose non vanno fatte se non avendo un modello etico ben preciso, dato dalla stessa natura umana che non è solo animale.

Il principio di legittimazione dell’autorità quindi non è il consenso se pur importante ma lo stato di necessità naturale che nasce dalla stessa natura sociale e non dalla lotta degli egoismi tra individui .

La società pre politica per il Filosofo è la famiglia la quale è quella società che organizza la casa (Oikos).

Il primo libro della Politica di Aristotile riguarda il governo della casa, la società domestica e la sua economia.

Non esistono per il Filosofo artificiali individui isolati viventi al di fuori di qualsiasi norma in uno stato di libertà e uguaglianza primigenia che oggi predomina nel modello darwiniano di famiglia . Lo si costata dal fatto che ogni volta che si parla della difesa del nucleo famigliare come primo modello politico più piccolo, se ne viene sempre fuori qualcuno di destra o di sinistra a dirci che è una concezione reazionaria ogni interpretazione che considera lo Stato come lo sviluppo naturale della famiglia.

Il modello del potere è infatti quello del padre sul figlio esteso per gradi al re o a un capo e lo stato per Aristotile non è meno naturale delle altre forme più naturali del vivere sociale.

Lo stato civile oggi vive della chimera contrattualistica fatta passare per società civile. Gli stati non si sono formati per un atto di ragione umana ma per un atto naturale, i cittadini hanno bisogno dell’autorità non per regolarebi loro istinti ma per vivere ordinatamente e secondo giustizia .

C’è una società al disopra delle altre società che si differenzia per un maggior grado di autorità sulle altre tra loro e questa società è lo Stato.

Questa autorità non dipende da nessun’ altra se non dalla legge morale di natura che giustifica il suo esistere.

L’autorità viene dall’alto perché il padre comanda per natura sul figlio e non viceversa, per contratto, il figlio dice al padre cosa deve fare.

Ora dove bisogna collegare l’azione della politica in questo discorso?

Un movimento politico cerca di ristabilire i principi etici universali violati nel corpo sociale e colloca al loro giusto posto in ordine etico le varie società minori per il loro fine naturale e nel fare questo ha le giustificazioni etiche e morali nell’uso dei mezzi che ha a disposizione . Ciò che è giusto o ciò che non è giusto non lo determina una maggioranza o un voto in meno . (cr)



Lo speratozoo divino Le gonadi nell’ uomo e nella donna sono quell’ apparato sessuale primario riproduttore dell’ essere umano . Essi ...