sabato 25 marzo 2023

L’ EUCARESTIA DI PAPA WOJTYLA L’EUCARESTIA DI PAPA WOJTYLA ERA UNA EUCARESTIA CATTOLICA ? Per dare una spiegazione della teologia di Wojtyla su questo grande sacramento bisogna leggersi un qualche suo documento in cui ce ne parla ; conoscere le sue concezioni teosofiche e poi confrontarle con la dottrina di sempre della Chiesa Cattolica Romana basata sulle Scritture, sui Padri della Chiesa e sul Magistero Petrino . Quindi vedere se abbia predicato le sue concezioni teosofiche durante il suo ministero e si sia attenuto alla dottrina di sempre della Chiesa Cattolica che è stata consegnata da Cristo agli Apostoli e a Pietro percè è suo compito tramandala intatta.. E diciamo subito che da quel che risulta dalle nostre analisi, non pare abbia predicato la dottrina cattolica, ma piuttosto sue visioni mistiche legate a una spiritualità di tipo orientale . Perché ci interessiamo di questo sacramento ? Perché lo stesso apostata Concilio Vaticano II ha proclamato, giustamente, l’eucarestia “fonte e apice di tutta la vita cristiana” «Infatti, nella santissima Eucaristia è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, cioè lo stesso Cristo, nostra Pasqua e pane vivo che, mediante la sua carne vivificata dallo Spirito Santo e vivificante, dà vita agli uomini».2 Perciò lo sguardo della Chiesa è continuamente rivolto al suo Signore, presente nel Sacramento dell'Altare, nel quale essa scopre la piena manifestazione del suo immenso amore. Il suo maggior documento in cui possiamo leggere tutto il suo amore nell’ eucarestia è senza dubbio “ Ecclesia de Eucarestia “ del 17 aprile 2003. In questa Lettera Enciclica c’è tutta la sua dottrina a riguardo . Nell’ introduzione al documento Wojtyliano dice “8. …Questo scenario così variegato delle mie Celebrazioni eucaristiche me ne fa sperimentare fortemente il carattere universale e, per così dire, cosmico. Sì, cosmico! Perché anche quando viene celebrata sul piccolo altare di una chiesa di campagna, l'Eucaristia è sempre celebrata, in certo senso, sull'altare del mondo . Essa unisce il cielo e la terra. Comprende e pervade tutto il creato. Il Figlio di Dio si è fatto uomo, per restituire tutto il creato, in un supremo atto di lode, a Colui che lo ha fatto dal nulla. E così Lui, il sommo ed eterno Sacerdote, entrando mediante il sangue della sua Croce nel santuario eterno, restituisce al Creatore e Padre tutta la creazione redenta. Lo fa mediante il ministero sacerdotale della Chiesa, a gloria della Trinità Santissima. Davvero è questo il mysterium fidei che si realizza nell'Eucaristia: il mondo uscito dalle mani di Dio creatore torna a Lui redento da Cristo. In questo documento è si ribadita la dottrina della transustanziazione del Concilio di Trento, anche se en passant accennata ,tanto per ribadire che sta nella tradizione e dottrina di sempre,ma ciò che gli interessa ribadire è ben altro che supera i soliti schemi per aprire nuovi orizzonti cosmici che a noi ci ricordano tanto la dottrina Teilhadiana, che era pronipote di Voltaire : «Credo che l'Universo sia un'Evoluzione. Credo che l'Evoluzione vada verso lo Spirito. Credo che lo Spirito si compia in qualcosa di Personale. Credo che il Personale supremo sia il Cristo- Universale». E anche in : «Benedetta sii Tu, universale Materia, Durata senza fine, Etere senza sponde, triplice abisso delle stelle, degli atomi e delle generazioni, Tu che eccedendo e dissolvendo le nostre anguste misure ci riveli le dimensioni di Dio “ , il suo Inno alla materia . (Teilhard de Chardin "In che modo io credo", 1934) Infatti sappiamo che Teilhard nel tentativo di conciliare la teoria evoluzionista e la dottrina del peccato originale, espresse opinioni non conformi alla dottrina ufficiale della Chiesa. Dopo un documento inviato ad alcuni teologi di Lovanio i superiori del suo ordine gesuita, con un provvedimento disciplinare, lo costrinsero a dimettersi dall'insegnamento di materie filosofico-teologiche, lo invitarono a non pubblicare più nulla su questi temi e gli imposero il trasferimento in Cina, dove si era già recato nel 1923 per conto del "Museo di Storia naturale di Parigi", e dove rimase dal 1926 al 1946. Ma appena tornato in Europa dalla Cina e dall’ India dopo la guerra iniziò la sua riflessione sui rapporti “Tra l’ Uno e il Molteplice” e scrisse, nel 1932, il saggio "Route de l'Ouest. Vers une mystique nouvelle" e nel 1947, "L'apport spirituel de l'Extreme-Orient. Quelques réflexions personneles". Questi testi pubblicati postumi alla sua morte erano conosciuti bene dal nostro Wojtyla, anche se ne era vietata la pubblicazione ecclesiatica . Ritenne che la via orientale all'Uno, espressasi nelle sue tre più importanti direzioni di ricerca mistica, costituisse il punto di unione tra la mistica occidentale e quella orientale: ritenne che l'India fosse stata l'iniziatrice della mistica mondiale con il "ciclone mistico" originatosi nella valle del Gange; fece proprio il desiderio di unità, l'attaccamento alla Terra, il senso dell'equilibrio con il cosmo indiani, il sentimento umano della compassione e del collettivo della Cina, il valore della socializzazione del Giappone. Perché seguiamo Teilhard in questa nostra ricerca e analisi del pensiero di Wojtyla ? Semplice, perché Wojtyla non fa altro che far rientrare dalla finestra ciò che era stato cacciato dalla porta e questa cosa ci puzza e ci fa insospettire . A gesuita dopo che gli proposero una candidatura al Collège de France rifiutata da Roma, fu esiliato negli Stati Uniti e prima di morire scrisse delle lettere in cui esprimeva il desiderio di volere scrivere un saggio “Umanesimo e umanesimo “in cui avrebbe espresso l'idea che ciò che fino ad allora si era chiamato "umanesimo" con le sue radici in Grecia, andasse abbandonato definitivamente e soppiantato da un nuovo umanesimo, ispirato non più all'uomo armonicamente sviluppato, ma all'uomo pienamente evoluto che si eleva al di sopra di sé per raggiungere il suo vero fine nell'essere sovra-umano. Infatti già nel 1958 il Padre Generale Janssens dovette comunicare alla Compagnia di Gesù che un decreto del Sant'Uffizio, presieduto dal cardinale Ottaviani, imponeva alle congregazioni religiose di ritirare le opere del gesuita da tutte le biblioteche. Nel documento si può leggere come i testi del gesuita «racchiudono tali ambiguità ed anche errori tanto gravi che offendono la dottrina cattolica» per cui si imponeva al clero di allertarsi per «difendere gli spiriti, particolarmente dei giovani, dai pericoli delle opere di P. Theilard de Chardin e dei suoi discepoli». IL nostro Wojtyla non ascoltò questo monito di Roma anzi ne fu travolto fino a diventarne quasi pedissequo seguace in accodo alla sua visione filosofica del personalismo di Max Scheler e della sua dottrina dell ‘UNO .Ma bisognava stare attenti e camuffarsi per bene perché la censura di Ottaviani prima e poi di Ratzingher era sempre in guardia, perchè il pensiero teilhardiano in fondo consentirebbe ai cattolici di liberarsi dal fardello biblico e tridentino appesantito dalla colpa e dal peccato originale per portarci verso nuovi orizzonti, una nuova liturgia cosmica in cui uomini e donne, attraverso la materia amica concorrerebbero a trovare Dio in tutte le cose e ad amarlo in questa nuova corsa della materia verso la sua spiritualizzazione progressiva e futura. Questa evoluzione spirituale metterebbe la stessa Chiesa cattolica a collaborare con gli uomini e gli scienziati per arrivare alla materia del Cristo-Dio futuro, Governatore di tutto l ‘universo. Ci interessa ora sottolineare questo aspetto . La Creazione e la materia prima del peccato dell’ uomo era intatta, la materia infatti non fu toccata dal peccato dalla ribellione, nemmeno quando gli angeli ribelli si voltarono contro Dio, perché gli angeli sono puri spiriti, esseri spirituali e non sono uniti alla materia . L’ uomo invece peccando, ha trascinato anche la materia nel disordine e la ribellione. Il peccato commesso con i sensi della materia ,oltre ad essere una ribellione alla legge morale e alla ragione o alla verità , viene attuato con i sensi . Lo stessa ribellione morale dell’ anima non sarebbe possibile senza il concorso della mente umana la quale è sensibile .Ecco la necessità della Salvezza universale dal peccato sulla terra degli uomini e non tra gli angeli o altri extraterrestri che siano, ammesso e non concesso che ce ne fossero. Chi ne fa un racconto diverso non ha capito il senso della Croce di Cristo che si è offerto al Padre per amore, è vero, ma come sacrifico espiatorio alla Sua giustizia divina . Dal Padre è stato richiesto un riscatto che l’ uomo e la materia non potevano dare neanche se questo si fosse esercitato a portare i sensi ai limiti della morale per farli poi soffrire come offerta al Padre . Quindi questo sacrificio eterno viene offerto anche per riabilitare la materia in cui l’ uomo aveva immesso il disordine col peccato antico, ma anche con quello odierno . Il sangue di Cristo sparso, legato alla sua divinità,doveva lavare anche la terra e con la terra, tutto il Cosmo,divenendo cosi Il Verbo nello stesso Tempo il Re e Salvatore del suo popolo. La visione personalistica Wojtyliana della salvezza sembra che trascuri la visione cosmica di Isaia del Servo Sofferente Isaia 53,11-12 Dopo il suo intimo tormento; vedrà la luce e si sazierà della sua conoscenza; il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà la loro iniquità.12 Perciò io gli darò in premio le moltitudini, dei potenti egli farà bottino , perché ha consegnato se stesso alla morte ed è stato annoverato fra gli empi, mentre egli portava il peccato di molti e intercedeva per i peccatori. Manca in questa visione eucaristica della vita la drammaticità della lotta tra la luce e le tenebre , tra il peccato e la grazia , tra Cristo e Satana, se c’è la comunione e la fraternità sociale,non c’è la lotta per la verità.,

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