PIA CONFEDERAZIONE TRIARI ITALIA articoli di contenuto POLITICO-RELIGIOSI
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martedì 21 ottobre 2025
L’ ORDINE COSMICO DEL CREATO E’ LEGATO ALL’ ORDINE ETICO E MORALE
L’ordine fisico del creato, tutta la materia e in particolare il pianeta Terra sono stati creati secondo un ordine morale e in funzione dell’ ordine morale .L’ ordine fisico è intelligente e funziona con un’ intelligenza innata dentro , ma non ha coscienza di questa intelligenza che ha dentro di sé . L’ordine spirituale ha una sua intelligenza che si chiama morale e giustizia e sono tutte le creature di natura spirituale che hanno una coscienza di se e sono coscienti di esistere. Nell’ uomo queste due cose ,materia e spirito, sono state unite . Non sappiamo quanti millenni Adamo visse da solo prima di chiedere un aiuto e una compagnia a Dio per vivere sulla Terra perché non esisteva il tempo cronologico ma solo degli eventi voluti da Dio, dato che non c’era ancora il peccato sulla terra, ovvero l’insubordinazione di un essere fatto di carne con una volontà libera da Dio e tutto funzionava ed era in perfetta sincronia nell’ uomo tra materia e spirito. Quando Adamo volle una compagnia che fosse simile a lui, Dio lo accontentò ma l’ uomo fu creato in principio per vivere eternamente sulla Terra e in perfetta sincronia con la materia creata secondo un ordine fisico, logico , intelligente e spirituale che ha adattato e programmato la materia perfettamente alla natura ed esigenze di Adamo, perché se così non fosse stato, Adamo anche da solo, non poteva vivere in nessun modo e un solo attimo . Bastava un aumento di temperatura di pochi gradi, una voragine spaziale, un maremoto, una collisione tra stelle e meteoriti ,una glaciazione improvvisa e Adamo sarebbe scomparso il secondo giorno della creazione e non ci sarebbe stata storia del peccato ,né la storia di generazioni e razze sulla terra . Vogliamo dire che la materia non va incontro a nessuna perfezione spontanea se non secondo un ordine morale stabilito da Dio per l’ uomo . Piuttosto l’uomo nel suo sviluppo fisico e quantitativo, ha bisogno e necessità di ordinare ogni cosa in senso etico, specialmente nei suoi rapporti e relazioni tra se stesso e gli altri, di rispettare e adeguarsi alla sintesi tra materia e spirito già presente in se stesso . Questa sintesi senza confusione tra materia e spirito nell’ uomo non si è creata spontaneamente attraverso i secoli e i millenni . Questa sintesi, senza confusione, senza commistione tra materia e spirito, perde l’equilibrio e viene spezzata solo dal peccato e dall’ insubordinazione a Dio creatore di tutto. La materia non è animata e non si è intelligenziata da sola, anzi lasciata da sola crea il caos del caos e anche questo caos non si è creato da solo perché fa parte di un’ ordine morale, di un ordine morale superiore e ha una sua funzione e sua regolazione . Sia la creazione che comprende l’ordine fisico che costatiamo con tutte le sue energie invisibili all’ occhio umano e misurabili solo con strumenti specifici e sia l’ ordine spirituale che non vediamo e non costatiamo come esseri umani, sono stati creati da Dio unico Signore dell’ universo che ha creato e regolato tutto con sapienza e amore. Essa sarà resa immutabile e non soggetta a sbalzi temporanei e momentanei di elementi fisici sulla terra, quando sarà debellato completamente il peccato delle creature libere . Quando ogni cosa rispetterà l’ ordine stabilito da Dio in cielo e in terra , tra le cose visibili e invisibili . Adamo è soggetto a un ordine progressivo, logico e morale dopo il peccato e non la materia e il cosmo . Più rispetta questo ordine voluto da Dio , più la materia diventa amica e gli permette di svilupparsi infinitamente secondo i piani di Dio, tirando fuori i suoi infiniti tesori secondo quello che ha già stabilito Dio per lui . Più l’ uomo si allontana, senza alcuna riconoscenza ,cercando un ordine che si crea lui e una giustizia distaccata dall’ ordine morale voluto da Dio tra loro , più cade nel caos interiore e la stessa materia diventa ostile e caotica . Ogni singolo uomo non trova il suo fine ed è incomprensibile a se stesso, non conosce perchè si vive e perché muore se non si riferisce in ogni cosa a Dio creatore.
sabato 11 ottobre 2025
ADAMO, SPIRITO IN UN CORPO , NON AVEVA PECCATO . Nuova Teologia
Al momento della creazione dell’ uomo sulla terra, Adamo non aveva peccato e DIO pretendeva da lui solo gratitudine e non gli impose nessuna legge morale scritta da osservare, nessun comandamento di amore al prossimo . Nessuna giustizia da osservare se non la gratitudine perché la fede in Dio è giustizia ; un riconoscere la verità di tutta la creazione di Dio sull ‘uomo e sul creato . Gli ordini di Dio verso Adamo non erano l’ osservanza dei comandamenti …. e cosa doveva osservare se non aveva ancora peccato ? Adamo ed Eva erano immacolati ! Però diede loro degli ordini di natura pratica su come gestire la terra , ordini che oggi chiameremmo politici essendo gli uomini soggetti autonomi e autocoscienti ,esseri viventi, perciò gli ordinò di governare la terra che Dio aveva creato ex nihilo secondo il suo Spirito . Dio disse: "Facciamo l'uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza: dòmini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra". Ora nel secondo racconto della creazione dell’ uomo (Gen.2,7) Dio non aveva in mente la creazione della donna e Adamo era stato creato singolo, a Sua immagine, e aveva il solo dovere di governare ciò che Dio aveva creato e messo a sua disposizione . Poi Dio vide (e previde) che Adamo, nonostante non dovesse lavorare per guadagnarsi da vivere, dovendo solo gioire della creazione di Dio assegnando un nome ad ogni cosa che avesse conosciuto per distinguerle dalle altre , e in questo doveva ancor di più lodarlo , si sentiva solo ! Non sentiva la pienezza di Dio dentro di sé come i beati perché distratto dalle cose create che doveva governare, ma anche a Dio piacque che non fosse un solo uomo a lodarlo visto che questi si sentiva solo e Dio non gli bastava . Adamo era distratto dalle cose di questo mondo e non lodava a sufficienza Dio ! Dio volle allora una moltitudine immensa sulla terra come quella degli angeli e da questa moltitudine fosse lodato come atto di giustizia verso di Lui . “Dio li benedisse e Dio disse loro: "Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra". (Genesi ) . “Questa volta è osso delle mie ossa , la chiamerò donna “,quindi la parola donna, filologicamente parlando significa =tratta dall’ uomo e perciò simile all’ uomo ! Questa idea originaria di Dio nel creare un Adamo singolo non ci deve sembrare eccessiva, né deve scandalizzare come potrebbe succedere a qualcuno . Infatti Adamo pur essendo composto di materia e spirito, pur essendo uno spirito in un corpo materiale, in lui non c’è nessuna confusione, nessuna commistione nel suo essere profondo e tra il suo spirito e la materia . C’è unità ma senza nessuna mescolanza e solo il peccato lega lo spirito alla materialità . E quando si parla necessariamente di lotta tra la carne e lo spirito in realtà si parla della lotta al peccato che agisce per mezzo della carne e attraverso questa può arrivare al suo spirito dell uomo . All’ uomo Dio ha fornito mezzi di relazione tra loro, ma questi mezzi e relazioni sono utili ma non affatto necessari all’ unità dello spirito e materia . Questi canali senza l'acqua che viene dall'alto non servono a nulla . Non servono all' unità tra loro ! Dio ha creato l’ uomo innanzitutto per se stesso e questa è una verità assoluta e imprescindibile .. L’uomo deve essere innanzitutto unito a Dio che ha creato la materia e ogni cosa e solo per questo deve lodarlo . Questa lode è comunione con lui ed è l’ unica cosa necessaria per la vita dello spirito perché è somma giustizia che si riversa anche sulle altre creature del creato come giustizia . Nella storia del cristianesimo la testimonianza di milioni di monaci e anacoreti che non sono tutti impazziti senza relazioni umane avendo vissuti solo lodando Dio e amando la stessa umanità, ci dimostra che non sono le relazioni umane a farci vivere l’ unità di materia e spirito, che ci mettono in comunione tra noi o a creare la comunione con Dio, anzi forse è tutto al contrario perché molte relazioni in realtà distraggono da questa comunione . L’ uomo non deve confondere la giustizia con l’amore che solo in Dio sono la stessa cosa. “ Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima (mente ), con tutte le tue forze …. “ (Deuteronomio ). Dio crea le singole anime tutte uguali e queste diventano persone in un corpo e hanno ognuna una singola storia e questa storia è diversa l’ una dall’altra ; non si troveranno due persone uguali ma tutte queste persone trovano la loro unità in ciò per cui sono state create uguali . Non siamo stati creati per dominare il mondo, né per avere figli …né per legarci alla materia e dominarla …,ma per lodare Dio, quindi essere in comunione con Lui perchè il peccato ci separa da Lui e da noi stessi . Trasformare la materia e dominarla secondo il disegno e i piani di Dio, non ci mette necessariamente in comunione con Dio e non ci dà automaticamente la comunione e l’amore di Dio, perché la giustizia di Dio ci chiede ben altro oltre a questo . Infatti dopo il peccato, davanti a Dio non sono necessarie le relazioni o l’umanizzazione delle cose, della materia o della carne con le relazioni : davanti a Dio è necessaria la giustizia che con la lode a Dio diventa amore. Parlare dell’ uomo e delle relazioni umane , parlare .. per costruire la civiltà dell ‘uomo e dell’amore; parlare della sua storia e di un mondo nuovo senza considerare il peccato significa solo dare aria alla bocca . La storia umana nasce solo dopo il peccato che interrompe la relazione dell uomo con Dio e che è il limite imposto da Dio alla libertà umana e questo limite è somma giustizia . Infatti è somma giustizia per le creature riconoscere che Dio ha creato tutto e questa creazione è un dono gratuito di Dio e questa obbedienza a Dio è la prima condizione per le creature per vivere davanti a Dio. Dio non negherà a nessuno la continuazione dell’esistenza,ma allontanerà dalla sua comunione quelli che non gli hanno creduto e non hanno riconosciuto la sua sovranità su tutta la Sua creazione . Quindi ciò che caratterizza gli esseri creati ,non è la comunicazione tra loro, magari per affermare un’ uguaglianza ; non è l’unione di spirito tra loro e la loro esperienza di Dio , ma è l’ obbedienza a Dio che è la prima giustizia fondamentale e la mancanza di giustizia verso il Creatore porta irreversibilmente alla mancanza di giustizia tra le creature . Dire perciò che l’uomo esiste in quanto vive per gli altri e farne una verità fondamentale, è una pura bestialità, un confondere le acque con eufemismi e belle parole senza senso . Significa avvelenare le fonti . L’uomo senza fede, che non mette Dio al di spora di tutta la materia e delle altre creature, anche se capace di comunicare, non è nulla perché lo spirito umano è un serbatoio vuoto che solo l’amore di Dio può riempire e nessun altra cosa dell ‘ universo . L ‘amore di Dio ha portato il mondo e le creature , ha portato Dio a creare ogni cosa e ha portato Adamo ad esistere e non l’amore dell’ uomo per l ‘altro uomo . Il vero amore parte da Dio che ha creato tutto e non da chi è stato creato . Così non debbo accettare nessun punto di vista dell’ altro per amare l’altro ed essere in comunione di intenti con lui ; non debbo uscire fuori di me per andare incontro all’altro per amarlo ed essere persona ,ma accettare l’ unica verità sussistente che è Dio verità assoluta di tutto il creato e quindi imitare solo il suo amore e vivere in obbedienza alla Sua volontà . La Verità è solo in Dio e non nelle creature, perché solo Lui crea l’ unità con l’ obbedienza alla Sua parola. Un uomo che comunica con un altro uomo stabilisce una relazione ma questa relazione mi dice solo che esiste un altro essere ma questa relazione non si chiama amore, non è amore perché l’ amore è un'altra cosa . Dio è il Bene e ciò che si oppone è il male e può diventare male ogni relazione . . L’ unità delle persone, la loro uguaglianza avviene solo uniformandosi a questa verità assoluta con la fede di esseri creati a somiglianza di Dio . Distaccarsi da questa somiglianza con Dio con le libertà individuali degli esseri significa creare l’ inferno
INGLESE
ADAM, SPIRIT IN A BODY, HAD NOT SINNED. New Theology
At the time of man's creation on earth, Adam had not sinned, and GOD demanded only gratitude from him and imposed no written moral law to observe, no commandment to love one's neighbor. No justice to observe except gratitude, because faith in God is justice; a recognition of the truth of all God's creation, concerning man and creation. God's orders to Adam were not the observance of the commandments... and what was he supposed to observe if he had not yet sinned? Adam and Eve were immaculate! However, He gave them practical orders on how to manage the earth, orders that today we would call political, since humans are autonomous and self-conscious subjects, living beings. Therefore, He ordered them to govern the earth that God had created ex nihilo according to His Spirit. God said: "Let us make man in our image, according to our likeness: let them have dominion over the fish of the sea and over the birds of the air, over the cattle, over all the wild animals and over every reptile that crawls on the earth". Now in the second account of the creation of man (Gen. 2,7) God did not have in mind the creation of woman and Adam was created single, in His image, and had the sole duty of governing what God had created and placed at his disposal. Then God saw (and foresaw) that Adam, despite not having to work to earn a living, had only to enjoy God's creation by assigning a name to everything he knew to distinguish them from the others, and in this he had to praise Him even more, he felt alone! He did not feel the fullness of God within himself like the blessed because he was distracted by the created things he had to govern, but God also liked that there was not only one man to praise Him since he felt alone and God was not enough for him. Adam was distracted by the things of this world and did not praise God enough! God then wanted an immense multitude on earth like that of the angels and by this multitude he was to be praised as an act of justice towards Him. “God blessed them and God said to them, ‘Be fruitful and multiply, fill the earth and subdue it, have dominion over the fish of the sea and over the birds of the air and over every living thing that moves on the earth.’” (Genesis). “This at last is bone of my bones, I will call her woman,” so the word woman, philologically speaking, means = taken from man and therefore similar to man! This original idea of God in creating a single Adam should not seem excessive to us, nor should it scandalize as it might happen to someone. In fact, Adam, although composed of matter and spirit, although being a spirit in a material body, in him there is no confusion, no mixture in his profound being and between his spirit and matter. There is unity but without any mixture and only sin binds the spirit to materiality. And when we necessarily speak of a struggle between the flesh and the spirit, in reality we are speaking of the struggle against sin which acts through the flesh and through it can reach the spirit of man. To man God has provided means of relationship between them, but these means and relationships are useful but not at all necessary for the unity of spirit and matter. These channels without the water that comes from above are useless. They do not serve the unity between them! God created man first of all for himself and this is an absolute and essential truth. Man must first be united with God who created matter and everything else and for this reason alone must praise him. This praise is communion with him and is the only thing necessary for the life of the spirit because it is the highest justice that also pours out on the other creatures of creation as justice. In the history of Christianity, the testimony of millions of monks and anchorites who have not all gone mad without human relationships, having lived only by praising God and loving humanity itself, shows us that it is not human relationships that make us experience the unity of matter and spirit, that put us in communion with each other or that create communion with God. Indeed, perhaps it is entirely the opposite because many relationships actually distract from this communion. Man must not confuse justice with love, which only in God are the same thing. “You shall love the Lord your God with all your heart, with all your soul (mind), with all your strength…” (Deuteronomy). God creates individual souls all equal and these become people in a body and each have a single story and this story is different from one another; no two people will be the same but all these people find their unity in that for which they were created equal. We were not created to dominate the world, nor to have children… nor to bind ourselves to matter and dominate it…, but to praise God, therefore to be in communion with Him because sin separates us from Him and from ourselves. Transforming matter and dominating it according to God's design and plans does not necessarily put us in communion with God and does not automatically give us communion and love with God, because God's justice demands much more from us than this. In fact, after sin, before God, relationships or the humanization of things, of matter or flesh through relationships are not necessary: before God, justice is necessary, which, through praise of God, becomes love. Speaking of man and human relationships, speaking... to build the civilization of man and love; speaking of his history and of a new world without considering sin is just empty talk. Human history is born only after sin, which interrupts man's relationship with God and which is the limit imposed by God on human freedom, and this limit is supreme justice. Indeed, it is supreme justice for creatures to recognize that God created everything, and that this creation is a free gift from God, and this obedience to God is the first condition for creatures to live before God. God will not deny anyone the continuation of existence, but He will distance from His communion those who have not believed in Him and have not recognized His sovereignty over all His creation. Therefore, what characterizes created beings is not communication between them, perhaps to affirm an equality; it is not the union of spirit between them and their experience of God, but it is obedience to God, which is the first fundamental justice, and the lack of justice towards the Creator irreversibly leads to the lack of justice among creatures. Therefore, to say that man exists because he lives for others, and to make this a fundamental truth, is pure bestiality, muddying the waters with euphemisms and beautiful, meaningless words. It means poisoning the sources. Man without faith, who does not place God above all matter and other creatures, even if capable of communication, is nothing because the human spirit is an empty reservoir that only the love of God can fill, and nothing else in the universe. God's love brought the world and its creatures into being, brought God to create everything, and brought Adam into existence, not man's love for man. True love comes from God, who created everything, and not from the one who was created. Thus, I do not have to accept any other point of view in order to love the other and be in communion of purpose with him; I do not have to go beyond myself to meet the other, to love him and be a person, but accept the only subsisting truth, which is God, the absolute truth of all creation, and therefore imitate only His love and live in obedience to His will. Truth is only in God, not in creatures, because He alone creates unity through obedience to His word. A man who communicates with another man establishes a relationship, but this relationship only tells me that another being exists. This relationship is not called love, it is not love because love is something else. God is Good, and what opposes it is evil, and any relationship can become evil. The unity of people, their equality, occurs only by conforming to this absolute truth with the faith of beings created in the likeness of God. Detaching oneself from this likeness to God with the individual freedoms of beings means creating hell.
lunedì 6 ottobre 2025
CURATO D'ARS: IL GIUDIZIO PARTICOLARE
Da: Tutte le Omelie del Curato d'Ars: Il Giudizio particolare,
a cura dell'autore del blog.
"Fratelli miei, potremmo mai meditare sulla severità del giudizio di Dio, senza sentirci penetrare dal più vivo timore?
Pensate, fratelli miei, i giorni della nostra vita sono tutti contati; e per di più, ignoriamo l’ora e il momento preciso in cui il nostro sovrano Giudice ci citerà per comparire davanti al suo tribunale, e forse quel momento sarà proprio quello che meno immaginiamo, allorchè saremo meno pronti a rendere un conto tanto temibile!...
Vi assicuro, fratelli miei, che quando ci si pensa bene, ci sarebbe motivo di cadere nella disperazione, se la nostra religione non ci insegnasse che noi possiamo addolcire quel momento per mezzo di una vita vissuta in modo tale da nutrire fondati motivi di sperare che il buon Dio avrà pietà di noi.
Stiamo bene attenti, fratelli miei, di non farci cogliere impreparati quando arriverà quel momento, come quell’amministratore di cui Gesù Cristo ci parla nel vangelo.
Perciò, fratelli miei, vi mostrerò:
1° : che esiste un giudizio particolare, in cui renderemo un conto molto preciso di tutto il bene e di tutto il male che avremo fatto;
2° : quali sono i mezzi a nostra disposizione per prevenire il rigore di questo conto.
Sappiamo tutti, fratelli miei, che saremo giudicati due volte: una volta, nel gran giorno della vendetta, cioè alla fine del mondo, in presenza di tutto l’universo. In questo giudizio, tutte le nostre azioni, sia buone che cattive, saranno manifestate agli occhi di tutti.
Ma prima ancora di questo giorno terribile e infelice per i peccatori, noi subiremo un altro giudizio al momento della nostra morte, appena avremo esalato l’ultimo respiro.
Sì, fratelli miei, possiamo dire che l’intera condizione dell’uomo può essere racchiusa in queste tre parole: vivere, morire, essere giudicati.
E’ questa una legge fissa e invariabile per ogni uomo. Nasciamo per morire, muoriamo per essere giudicati, e tale giudizio deciderà della nostra felicità o della nostra infelicità eterna.
Il giudizio universale, davanti al quale dobbiamo tutti comparire, sarà soltanto la pubblicazione della sentenza particolare che sarà stata pronunciata nell’ora della nostra morte.
Sapete tutti, fratelli miei, che Dio ha contato i nostri anni, e fra tutti questi anni che egli ha deciso di accordarci, ne ha segnato uno che sarà l’ultimo per noi; in quest’ultimo anno ha segnato l’ultimo mese; in quest’ultimo mese, ha segnato l’ultimo giorno; e, infine, in quest’ultimo giorno, l’ultima ora, dopo la quale non ci sarà più tempo disponibile per noi.
Ahimè! che ne sarà di questo peccatore e di questo empio che ogni giorno si ripromettono una vita sempre più lunga?
Si illudano pure finchè vogliono, questi poveri disgraziati; ma dopo quell’ultima ora, non ci sarà più nessuna possibilità di ritorno, niente più speranza e niente più risorse!
Nel medesimo istante, fratelli miei, (ascoltate bene voi che non temete di trascorrere i vostri giorni nel peccato!) nel medesimo istante in cui la vostra anima uscirà dal vostro corpo, ella sarà giudicata.
Ma, mi direte voi, lo sappiamo bene.
Sì, ma non ci credete affatto.
Ditemi, se lo credeste seriamente, come potreste resistere in uno stato che vi espone continuamente al pericolo di cadere eternamente nell’inferno?
No, no, amico mio, tu non ci credi affatto, perché se tu ci credessi sul serio, non ti esporresti a un simile rischio.
Tuttavia, arriverà il momento in cui il buon Dio applicherà il sigillo della sua immortalità e il marchio della sua eternità sul tuo debito, nel punto preciso in cui si troverà in quell’istante; e questo sigillo e questo marchio non saranno mai rotti.
O momento terribile! ma tanto poco meditato! così corto e così lungo, che scorre con tanta rapidità e che trascina con sé una sequenza terribile di secoli!
Che cosa dunque ci succederà, in quel momento fatidico, tanto capace di terrorizzarci?
Ahimè! fratelli miei, accadrà che compariremo, ognuno in particolare, davanti al tribunale di Gesù Cristo, per essere giudicati e rendere conto di tutto il bene e di tutto il male che abbiamo compiuto.
Il giudizio particolare, fratelli miei, è così certo, che il buon Dio, per convincerci di esso, ha mostrato a parecchie persone dei segni quando ancora erano in vita, perché ci preparassimo a quel giorno.
Racconta la storia che un giovane libertino era ormai assuefatto ad ogni genere di vizi; ma essendo stato istruito da una madre saggia, una notte, dopo una giornata trascorsa nei più grandi eccessi, durante il sonno fece un sogno.
Si vide trasportato davanti al tribunale di Dio. Non si può descrivere la sua vergogna, la sua confusione e l’amarezza che la sua anima provò in quel momento.
Quando si svegliò aveva una febbre ardente, era tutto sudato e fuori di sé, i suoi capelli erano divenuti tutti bianchi.
“Lasciatemi solo, diceva effondendosi in lacrime a coloro che per primi lo videro in questo stato, lasciatemi solo perché ho visto il mio Giudice: ah! quanto è terribile! Quale Maestà! Da quanta gloria è rivestito! Ah! quali accuse e quante domande a cui non ho saputo rispondere! Tutti i miei crimini sono stati registrati, io stesso li ho letti. Ah! Quanto grande è il loro numero! Meno male che ne ho conosciuto tutta l’enormità! Ahimè! Ho potuto vedere un esercito di demoni che non aspettava che un segnale per trascinarmi nell’inferno. State lontani da me, falsi amici, non voglio rivedervi mai più! Come sarei felice se potessi, coi rigori della penitenza, placare un Giudice tanto terribile!... Mi dedicherò alla penitenza per il resto della mia vita. Ahimè! Ben presto mi toccherà comparirgli davanti senza alcun dubbio! Ahimè, forse avverrà oggi stesso!... Dio mio, perdonami!... Mio Dio abbi misericordia di me!...Ah! per favore, non permettere che mi perda, abbi pietà di me!... Farò penitenza per tutta la vita. Oh! quanti peccati ho commesso!... Oh! quante grazie ho disprezzato!... Oh! quanto bene avrei potuto fare e non l’ho fatto!... Dio mio, non gettarmi nell’inferno!”.
Ma, fratelli miei, egli non si fermò solo alle parole. Trascorse tutta la vita facendo penitenza.
Quanto sarà terribile quel momento, fratelli miei, per colui che non ha operato il bene ma che avrà fatto tanto male.
Sì, fratelli miei, noi renderemo conto di tutte le nostre azioni, sia buone che cattive: tutto sarà manifesto, davanti al nostro Giudice, nell’istante in cui la nostra anima si separerà dal nostro corpo.
Sì, fratelli miei, il buon Dio ci chiederà conto di ogni bene che abbiamo ricevuto da Lui.
Voglio dire che ci sono i beni della natura, della fortuna e della grazia. Tutti questi beni saranno oggetto della resa dei conti.
I beni della natura riguardano il corpo e l’anima; dovremo rendere conto dell’uso che abbiamo fatto del nostro corpo.
Egli ci chiederà se abbiamo speso le nostre energie nel servizio del prossimo, se abbiamo lavorato per avere di chè fare l’elemosina, per fare penitenza col nostro stesso lavoro, per poter fare qualche pellegrinaggio e visitare i luoghi che il buon Dio ha privilegiato ( come, ad esempio, Nostra Signora di Fourvière, san Francesco Règis, o altrove…).
O se al contrario abbiamo impiegato la nostra salute e il nostro corpo, soltanto per correre dietro ai divertimenti, frequentando gli spettacoli, oppure abbiamo derubato il nostro prossimo, abbiamo lavorato nel santo giorno della domenica o in esso abbiamo fatto dei viaggi, invece di trascorrerlo nella preghiera, nell’amore del buon Dio, istruendo gli ignoranti, dando loro dei buoni consigli per condurli al buon Dio distogliendoli dal male, o se abbiamo letto libri cattivi, se abbiamo frequentato persone cattive o insegnato agli altri a fare il male.
Ci chiederà conto, inoltre, se abbiamo usato il nostro corpo per imbrogliare sia nel vendere che nel comprare, per testimoniare il falso in tribunale, per provocare dei processi, per istigare gli altri a vendicarsi e a parlare male della religione, insegnando loro cose irriverenti sulla religione. Come sarebbe, ad esempio, se facessimo credere agli altri che la religione non è cosa buona, che tutto ciò che dice non è vero, che i preti si inventano quello che vogliono!
Egli esaminerà ancora se per caso abbiamo impiegato la nostra intelligenza per comporre canzoni cattive che istigano contro la purezza, contro la stima del prossimo; se abbiamo comunicato agli altri le nostre cattive informazioni.
Ci chiederà se abbiamo impiegato il nostro spirito per istruirci, o se per caso abbiamo peccato di vanità per la bellezza del nostro corpo, invece di ammirare in noi stessi la saggezza e la potenza di Dio.
Inoltre Egli ci chiederà conto se ci siamo serviti della bellezza per attirare gli altri verso il male, come sarebbe se una persona si abbigliasse in maniera tale da attirare su di sè gli occhi di tutti.
Il buon Dio esaminerà se abbiamo investito i nostri talenti, ricordandoci che siamo solo degli amministratori, e che se li amministreremo male, ciò ci sarà imputato come peccato.
In quel giorno il buon Dio farà vedere ai padri e alle madri tutte le cose inutili che essi hanno comprato ai loro figli, cose che poi sono servite soltanto a perdere le loro anime; Egli mostrerà loro tutto il denaro sperperato nei divertimenti, negli spettacoli, nel ballo, e tutte le altre spese inutili.
E poi ci mostrerà tutto ciò che avremmo potuto donare ai poveri, ma non lo abbiamo fatto.
Ahimè! Quanti peccati ai quali non avevamo mai pensato, e che neppure ora vogliamo riconoscere; ma li riconosceremo certamente in quel momento, quando sarà ormai troppo tardi!
Veniamo ora, fratelli miei, a un’altra resa dei conti che sarà molto più terribile, e cioè quella che riguarda le grazie ricevute.
Il buon Dio comincerà a farci vedere tutti i benefici che ci ha accordato, facendoci nascere nel seno della chiesa cattolica, mentre tanti altri sono nati e sono morti al di fuori di essa.
Ci farà vedere che, anche fra i cristiani, moltissimi sono morti senza avere ricevuto la grazia del santo Battesimo.
Ci farà vedere per quanti anni, mesi, settimane, giorni, Egli ci ha conservato in vita, pur essendo nel peccato; se ci avesse fatto morire in quei momenti, saremmo stati precipitati nell’inferno.
Ci metterà davanti agli occhi tutti i buoni pensieri, le buone ispirazioni, i buoni desideri che ci ha donato durante tutta la vita.
Ahimè! Quante grazie disprezzate!
Ci ricorderà tutti gli insegnamenti che abbiamo ricevuti e ascoltati durante la nostra vita; tutte le catechesi, tutte le letture messe a nostra disposizione per trarne profitto. Tutte le nostre confessioni, tutte le nostre comunioni, e tante altre grazie del cielo che noi abbiamo ricevuto.
Quanti altri cristiani non ne hanno ricevuto neppure la centesima parte eppure sono diventati santi!
Ma, fratelli miei, che ne è stato di tutti questi benefici e di tutte queste grazie, e quale profitto ne abbiamo fatto?
Triste momento sarà quello del giudizio, per un cristiano che ha disprezzato la grazia, senza trarne profitto per nulla!
Vedete ciò che ci dice san Gregorio: “Ah! amico mio, fissa la Croce e capirai così quanto è costato a un Dio meritarti la vita”.
E’ per questo che sant’Agostino, quando meditava sul rendiconto che bisognerà dare per tutte quelle grazie ricevute e disprezzate, gridava: “Ahimè! sciagurato, cosa sarei dovuto diventare dopo tante grazie ricevute? Ahimè! temo molto di più per le grazie che ho ricevuto che per i peccati che ho commessi, benchè siano tanto numerosi! Dio mio, quale sarà la mia sorte?”.
Leggiamo nella vita di santa Teresa che, durante la sua ultima malattia, fu trasportata davanti al Giudizio di Dio; quando fu ritornata in se stessa, le fu chiesto come mai avesse tanta paura, dopo aver fatto tanta penitenza.
“Ahimè! rispose, ho molta paura!”.
Le fu chiesto se avesse paura della morte.
“No”, rispose.
Cos’era, dunque, che la faceva tremare di paura?
“Ahimè! rispose, bisogna che la mia vita sia messa a confronto con quella di Gesù Cristo: ah! povera me, se vi si riscontrerà anche solo l’ombra del peccato!”.
Ma allora che cosa ne sarà di noi stessi, allorchè Gesù Cristo ci rimprovererà il disprezzo e l’abuso che abbiamo fatto del suo Sangue prezioso e di tutti i meriti che ha acquistato per noi?
“Ah! ingrato peccatore, Egli ci dirà, vigna infruttuosa, albero sterile, cos’altro avrei dovuto fare per la tua salvezza, più di quello che ho fatto?
Non dovevo forse aspettarmi che tu portassi frutti buoni per la vita eterna?
Dove sono le opere buone da te compiute?
Dove sono le tue buone preghiere che mi avrebbero fatto piacere, che avrebbero toccato il mio cuore?
Dove sono le tue buone confessioni?
Dove sono tutte le buone comunioni che mi hanno fatto nascere nella tua anima e che dovevano, in certo senso, compensare tutti i tormenti che ho sopportato per la tua salvezza?
Dove sono le penitenze e le lacrime che avresti dovuto spargere per cancellare i peccati commessi?
Dove sono tutte quelle buone azioni che avresti dovuto compiere per corrispondere a tanti buoni pensieri, a tanti buoni desideri e a tante occasioni che ti ho fornito?
Dove sono le Messe ben partecipate, con le quali avresti potuto darmi giusta soddisfazione per i tuoi peccati?
Vai via maledetto! tu non hai prodotto che opere di iniquità, non hai fatto altro che rinnovare le sofferenze della mia passione e della mia morte.
Vai via, allontanati da me, io ti maledico per tutta l’eternità!
Vai via! nel giorno del giudizio universale io renderò pubblico tutto il bene che avresti potuto fare ma non hai fatto, e tutte le grazie che ti ho accordato e che tu hai disprezzato”.
Ahimè! quali rimproveri, e quanti peccati ai quali non abbiamo mai pensato!
Ahimè! quanto sarà terribile quella resa dei conti!
Eccovi un esempio, a dimostrazione di ciò che si è detto finora.
Racconta san Giovanni Climaco, che un anacoreta, di nome Stefano, dopo aver vissuto una vita fra le più austere e le più sante, essendo ormai molto vecchio, cadde malato di una malattia della quale poi morì.
La vigilia della sua morte, trovandosi di colpo fuori di sé, pur avendo gli occhi chiusi, gli parve di guardare a destra e a sinistra del suo letto, come se avesse visto qualcuno che gli voleva far rendere conto delle sue azioni.
Si sentiva una certa persona che lo interrogava, e il malato rispondeva a voce alta, tanto che coloro che si trovavano nella stanza potevano ascoltarlo.
Lo si ascoltava mentre diceva: “Sì, è vero, ho commesso questo peccato, ma per questo ho digiunato tanti anni”.
Poi l’altra voce lo accusava di aver fatto un altro peccato, e il moribondo rispondeva: “No, è falso, non l’ho mai commesso”.
In un altro momento lo si sentiva dire: “Si, lo confesso, quest’altro peccato l’ho commesso, ma il buon Dio è tanto misericordioso che me lo ha perdonato”.
Era uno spettacolo terribile, ci dice san Giovanni Climaco, ascoltare quale conto preciso si richiedeva a questo solitario, di tutte le sue azioni.
Ma, aggiunge il santo, la cosa più spaventosa era che quello fosse accusato anche di peccati che pensava di non avere mai commesso.
Come mai, fratelli miei, un santo eremita, che aveva trascorso quarant’anni nel deserto, che aveva versato tante lacrime, non riesciva a riconoscere alcune accuse che gli erano rivolte!?...
Questa cosa, riferisce san Giovanni Climaco, ci lasciò in una grande incertezza intorno alla sua salvezza.
Ma cosa ne sarà mai di un peccatore che, in quel momento, vedrà in se stesso soltanto male, senza nessuna azione buona? Momento terribile! Momento di disperazione! Non aver nulla su cui contare!
Voi sapete bene che quel giudizio si svolgerà alla presenza di tre testimoni: il buon Dio che dovrà giudicare, il nostro buon angelo custode che mostrerà le buone opere che abbiamo fatto, e il demonio che manifesterà tutto ciò che abbiamo fatto di male in ogni istante della vita. Dalle loro testimonianze, il buon Dio ci giudicherà fissando la nostra sorte per tutta l’eternità.
Ahimè! fratelli miei, quale deve essere mai il terrore di un povero cristiano che attende la sentenza del suo giudizio, e che, fra qualche minuto, si troverà all’inferno o nel cielo!
Narra un’altra storia che un santo abate, di nome Agatone, giunto ormai al termine della vita, se ne stava sempre con gli occhi fissi verso il cielo, senza mai muoverli.
Gli altri confratelli gli dissero: “Dove credi di essere ora, padre mio?” – “Mi trovo alla presenza di Dio, da cui aspetto il giudizio.” – “Lo temi, forse?” – “Ahimè! non so se tutte le mie azioni saranno bene accette a Dio; io credo di aver adempiuto i comandamenti, ma i giudizi di Dio sono diversi da quelli degli uomini.”
In quel preciso momento si mise a gridare: “Ahimè! sto entrando in giudizio!”
Ahimè! fratelli miei, quanti rimpianti avremo noi, per aver perso tante occasioni di salvarci, per aver disprezzato tante grazie che il buon Dio ci ha fatto per aiutarci a guadagnare il cielo, allorchè vedremo che ormai tutto è perduto per noi, o, piuttosto, che tutte quelle grazie si volgeranno a nostra condanna!
Ma se è già così terribile dover rendere conto delle grazie che il buon Dio ci ha fatto per evitarci l’inferno, cosa sarà mai il dover essere esaminati e giudicati su ogni peccato che abbiamo commesso?
Forse, per consolarvi, direte che non avete commesso quei tali peccati mostruosi, agli occhi del mondo.
Ma che dire di tutti quei peccati interiori, fratelli miei?!...
Ahimè! quanti peccati d’impurità, quanti desideri impuri, quanti pensieri di odio, di vendetta e d’invidia hanno girato nella vostra immaginazione durante una vita di trenta o quarant’anni, o forse di ottant’anni!
Ahimè! quanti pensieri d’orgoglio, di gelosia, quanti desideri di vendicarsi, di nuocere al proprio prossimo, quanti desideri di ingannare!
E che sarà, poi, quando si passerà ai peccati di azione?...
Ahimè! quando il buon Dio prenderà il libro dalle mani dei demoni, per esaminare tutte quelle azioni di impurità, tutte le corruzioni, tutte le azioni turpi, tutti quegli sguardi impudichi, tutte quelle confessioni e comunioni sacrileghe, tutte quelle scappatoie e quei stratagemmi che abbiamo impiegati per sedurre quella persona…
Ahimè! cosa diventeranno queste vittime dell’impurità!
Oh! quanto sarebbe meglio che il buon Dio le precipitasse nell’inferno ancor prima di morire, piuttosto che dover comparire dinanzi a un Giudice tanto puro!
Con ogni probabilità il giudizio si terrà quando il moribondo è ancora sul suo letto e nella sua camera.
Ahimè! questi poveri sciagurati che non hanno ormai maggiore ritegno e riservatezza degli animali, forse meno, vedranno la loro sentenza di condanna scritta sulle pareti della loro casa, come l’empio re Balthazar, o addirittura in ogni angolo della loro casa!
Potranno mai negare, allorchè Gesù Cristo, con il libro nelle mani, mostrerà loro il luogo preciso e l’ora in cui hanno consumato il peccato?!
“Vai via, miserabile, dirà loro, ti condanno e ti maledico per sempre!”.
Ahimè! fratelli miei, anche se il buon Dio offrisse loro il suo perdono, è certo che essi lo rifiuterebbero, tanto il peccato è capace di indurire i cuori!
Ah! Gesù Cristo potrebbe rivolgere loro le stesse minacce che rivolse a quell’empio di cui parla un certo racconto.
Essendo sul punto di uscire da questo mondo, Gesù Cristo gli disse: “Se tu mi chiederai perdono io te lo concederò”.
Ma no! quando ci si è rivoltati nel peccato durante la vita, non c’è più ritorno.
“No!” gli rispose il moribondo.
“Ebbene, continuò Gesù Cristo, versandogli sulla fronte una goccia del suo sangue prezioso, va pure: nel gran giorno del Giudizio questo sangue adorabile che tu hai disprezzato e profanato per tutta la vita, sarà il tuo marchio di condanna!”.
Dopo queste parole, morì, e fu gettato nell’inferno.
O terribile momento per un peccatore che non scorgerà in sé nulla di buono che gli faccia sperare di andare in cielo!
Quel povero peccatore avrebbe voluto già trovarsi all’inferno, non sapendo che cosa rispondere. Morì e non potè dire altro che questo: “Si, ho meritato l’inferno, è ben giusto che vi sia precipitato; dal momento che ho tanto profanato quel sangue adorabile che tu avevi versato sull’albero della croce, per la mia salvezza”.
(Nel momento del giudizio) Gesù Cristo, tenendo sempre tra le mani il libro in cui sono scritti tutti i suoi peccati, esaminerà il povero peccatore su tutte le preghiere non fatte o fatte male, o forse, fatte covando odio e vendetta; ma che dico? forse addirittura con il cuore arso dal fuoco dell’impurità.
No, no, Dio mio, non ti attardare più a esaminarlo, gettalo subito nell’inferno: è questa la grazia più grande che Tu gli possa fare, se vuoi fargliene ancora una, prima di gettarlo nel fuoco eterno.
Sì, Gesù Cristo sfoglierà la pagina dove troverà scritti tutti i suoi giuramenti, tutte le sue imprecazioni, tutte le maledizioni che non ha mai cessato di vomitare nell’arco della vita, servendosi di quella stessa lingua e di quelle stesse labbra che tante volte sono state bagnate da quel sangue adorabile.
Sì, fratelli miei, Gesù Cristo sfoglierà le pagine dove troverà scritte tutte quelle profanazioni del santo giorno della domenica.
Ah! no, no, non ci saranno più scuse, tutto sarà chiaro ed evidente.
Sì, Egli vedrà tutte le ubriacature che si sono prese in quel giorno santo; tutte le dissolutezze, i giochi, i balli, che hanno profanato quel giorno a Dio consacrato.
Ahimè! quante Messe mancate o ascoltate male!
Quante sante Messe, durante le quali non ci siamo occupati quasi per nulla del buon Dio!
Ahimè! può darsi che durante quelle Messe abbiamo commesso più peccati che durante tutta la settimana!
Sì, fratelli miei, Gesù Cristo sfoglierà le pagine dove troverà scritti tutti i crimini di quei figli ingrati che hanno disprezzato i loro padri e le loro madri, che li hanno maledetti, che gli hanno augurato la morte, per impadronirsi dei loro beni, che li hanno fatti soffrire nella loro vecchiaia…
Sì, fratelli miei, Gesù Cristo sfoglierà le pagine e vi vedrà scritte tutte quelle ingiustizie e tutte quelle usure nelle vendite e nei prestiti. Sì, tutte queste rapine saranno poste alla luce del giorno.
Ahimè! quel povero disgraziato sentirà leggersi ogni dettaglio della sua vita, e non riuscirà a trovare neppure una sola giustificazione.
Ahimè! a cosa sarà ridotto quel povero orgoglioso che voleva sempre aver ragione, che disprezzava tutti, che si prendeva gioco di tutti? Mio Dio, in quale stato di disperazione lo ha ridotto questo esame!
Sì, fratelli miei, finchè siamo a questo mondo, non ci mancano mai i pretesti per sminuire i nostri peccati, se non riusciamo a nasconderli del tutto.
Ma davanti a Gesù Cristo, fratelli miei, tutto questo non sarà più possibile.
Egli farà in modo che ci convinciamo da soli di tutto il male che abbiamo fatto, e noi saremo costretti ad ammettere che tale è stata la nostra vita, e che è ben giusto che siamo condannati ad andare ad ardere nell’inferno, banditi per sempre dalla presenza del nostro Dio.
Oh! sciagura spaventosa! Disgrazia senza speranza di riparazione!
Oh! quanto è più saggio di noi colui che a queste cose pensa quand’è in tempo!
Ma ciò che finora si è detto, non è ancora tutto.
Il demonio, che ha faticato durante tutta la nostra vita per la nostra dannazione, presenterà a Gesù Cristo un libro in cui saranno scritti tutti i peccati che noi abbiamo fatto commettere agli altri.
Ahimè! quanto grande sarà il loro numero; ma purtroppo lo scopriremo solo allora.
Ahimè! che ne sarà di quei padri e di quelle madri, di quei padroni e di quelle padrone, che tante volte hanno fatto saltare la preghiera ai loro figli o ai loro domestici, per paura di perdere qualche minuto per il loro lavoro?
Quante volte non hanno permesso che il pastore del loro gregge andasse alla Messa?
Quanti vespri, quante istruzioni, quante catechesi e quanti sacramenti le persone a loro affidate hanno trascurato, perché non gli è stato concesso il tempo necessario?
Quante altre volte li hanno fatti lavorare di domenica, o si sono presi gioco di loro qundo li vedevano compiere qualche pratica di pietà?
E non è forse vero che alle volte gli hanno impedito di svolgerle?
Quanti libertini hanno indotto i giovani a peccare, con le loro sollecitazioni e le loro promesse?
Quante, fra le giovani donne, hanno indotto altri a fare cattivi pensieri, a sguardi impuri, con i loro modi affettati ed esibizionisti?
Quanti ubriaconi hanno indotto altri a bere, trascorrendo le loro domeniche nei locali del divertimento, assentandosi dalle celebrazioni?
Ahimè! quanti peccati si sono commessi nelle osterie, lasciandosi offrire da bere, pur essendo già ubriachi!
Quante parole sconce e quante altre azioni impure, dal momento che in certi luoghi di divertimento tutto è permesso!
E’ là che si fa scorrere dal cuore tutto il veleno dell’impudicizia, che inebria con i suoi sudici piaceri quasi tutti coloro che si trovano nel locale. Ahimè! quanto ci sarà da renderne conto!
Quanti giovani derubano i loro stessi genitori, per andare a divertirsi nei locali!
E chi ne porterà la colpa?
Nessun altro se non i gestori degli stessi locali!
Ahimè! quanti dubbi sulla religione essi hanno indotto negli animi dei loro clienti, spacciando loro ciò che avevano inventato per affievolire la fede nel cuore dei loro avventori!
Quante calunnie contro i preti! Come se il difetto di uno solo rendesse cattivi tutti gli altri!
Ahimè! quanti hanno cessato di frequentare i sacramenti, perché hanno incontrato persone empie che hanno raccontato loro tante falsità sulla religione, al punto da indurli a lasciar perdere tutto!
Chi potrà mai contare il numero di anime che per colpa di quelli si sono perdute? Perciò gli sarà imputato come peccato e ciò sarà causa della loro condanna.
Tutte le anime che essi hanno fatto dannare, verranno a chiedere vendetta in quel giorno!
Haimè! se il santo re Davide diceva di temere più per i peccati degli altri che per i suoi, che ne sarà mai di questi poveri disgraziati che hanno trascorso la loro vita procurando la perdita di tante povere anime, per mezzo dei loro cattivi esempi e dei loro discorsi malvagi?
Ahimè! quale stupore, quando vedranno che tante anime sono state gettate nell’inferno per colpa loro!
Chi di noi, fratelli, non tremerà, pensando che il buon Dio non lascerà nulla senza esame, neppure le buone opere, per verificare se sono state fatte bene e per Lui solo.
Ahimè! quante azioni da noi compiute, si sono ispirate unicamente al mondo, al desiderio di essere notati e di passare per brave persone!
Quante buone azioni sono destinate a trovarsi senza alcun valore agli occhi di Dio!
Ahimè! quanta ipocrisia, quanto rispetto umano hanno fatto perdere loro ogni merito!
Fratelli miei, se i santi che erano colpevoli solamente di qualche piccolo errore, hanno tanto temuto quel momento, hanno fatto penitenze tanto dure e così a lungo, come potremo sperare che il buon Dio abbia pietà di noi?
Ahimè! quanti, meno colpevoli di noi, cadono ogni giorno nell’inferno!
Dio mio, non ci gettare nell’inferno! Piuttosto facci soffrire tutto quello che vorrai, durante questa vita.
Non è difficile convincervi di come il buon Dio ci giudicherà rigorosamente…
E chè? Un cristiano colmato di tanti benefici, che ha ricevuto tante grazie per salvarsi e a cui niente è mancato se non la sua stessa volontà, non è forse giusto che Dio lo esamini con un terribile rigore?
Leggiamo in una storia riportata da san Giovanni Climaco, un esempio che ci dimostra, in parte, la severità della giustizia di Dio verso il peccatore.
Egli ci narra che un suo amico, di nome Giovanni Sabaita, gli avava detto che in un monastero dell’Asia, c’era un tale che, notando che il superiore lo trattava con eccessiva bontà e dolcezza, pensava che ciò gli sarebbe stato di danno, e, per questo gli chiese di trasferirsi in un altro monastero.
Essendo partito, la prima notte trascorsa lì, vide in sogno una persona che che gli domandava conto delle sue azioni.
Dopo un esame molto severo, si ritrovò debitore alla giustizia divina di una somma considerevole, e il buon Dio gli faceva notare che ancora egli non aveva fatto nulla per espiare i suoi peccati.
Terrorizzato da questa visione, rimase altri tre anni in quel luogo, dove il buon Dio, volendo fargli espiare i suoi peccati, permise che venisse disprezzato e maltrattato da tutti.
Sembrava che ognuno si incaricasse di farlo soffrire; ciò nonostante, non si lamentava mai.
In un’altra visione, il buon Dio gli fece vedere che ancora non aveva saldato neanche un terzo del debito che aveva contratto verso la sua giustizia.
Tutto pieno di spavento, si finse pazzo, e protrasse questo genere di vita per tredici anni; in seguito a ciò il buon Dio gli disse che ancora aveva pagato solo la metà del debito.
Non sapendo più cosa fare, il poveretto trascorse il resto della vita implorando Dio perché gli usasse misericordia. Non metteva più né limite né misura alle sue penitenze.
“Ah! Signore, diceva, non avrai forse pietà di me? Fammi soffrire tutto ciò che vuoi, ma perdonami!”.
E fu così che, prima di morire, il buon Dio gli disse che i suoi peccati erano stati perdonati.
Ebbene! fratelli miei, come oseremo sperare che i nostri peccati siano cancellati, solo perché li abbiamo confessati, e perché abbiamo chiesto perdono al buon Dio solo a parole? (Il santo intende dire che, anche dopo la confessione sacramentale, resta da scontare la pena per i peccati commessi; n.d.t.).
Ahimè! quanti cristiani sono completamente ciechi, pensando di aver fatto tutto, quando ancora non hanno fatto niente, e se ne accorgeranno!
Il buon Dio farà loro vedere ciò che i loro peccati meritavano, e le penitenze che per essi hanno fatto. E allora, ahimè! quanti cristiani perduti!
Ma, fratelli miei, il giudizio particolare si svolgerà anche su un altro aspetto della vita cristiana.
Sebbene ciò che ho detto finora sembra già essere molto severo, quello che sto per dire non è meno terribile.
Voglio dire, che Gesù Cristo ci giudicherà su tutto quel bene che avremmo potuto fare, ma che non abbiamo fatto.
Gesù Cristo metterà davanti agli occhi del peccatore tutte le preghiere che non ha fatto, ma che avrebbe potuto fare, e così pure, tutti i sacramenti che avrebbe potuto ricevere durante la sua vita.
Quante volte in più avrebbe potuto ricevere il suo Corpo e il suo Sangue, se gli fosse importato di condurre una vita più santa?
Gesù Cristo gli chiederà conto anche di tutte quelle volte che ha avuto l’idea di compiere qualche buona azione, ma poi non l’ha compiuta.
Quante preghiere, quante messe, quante confessioni, quante penitenze, quanti doveri di carità avrebbe potuto rendere al prossimo! Quante rinunce durante i pasti o quante visite in meno (ai suoi conoscenti), e quante visite in più al Santissimo Sacramento, nel giorno di domenica!
Ahimè! quante buone opere mancate, sulle quali subiremo il giudizio!
Gesù Cristo ci chiederà conto perfino di tutto il bene che gli altri avrebbero potuto fare, se noi avessimo dato loro il buon esempio!
Ah! Dio grande, che ne sarà di noi?
Ma, voi mi chiederete, cosa dobbiamo fare per rassicurarci, in quel momento così triste per chi è vissuto nel peccato, senza pretendere di piegare la giustizia di Dio che i nostri peccati hanno così grandemente irritato?
Vi rispondo subito.
Anzitutto dobbiamo rientrare in noi stessi, e pensare seriamente che ancora non abbiamo fatto nulla che ci possa dare speranza in quel momento. Infatti, tutti nostri peccati sono scritti in un libro che il demonio presenterà a Dio per farci giudicare, per far conoscere a Lui i nostri peccati, anche quelli più nascosti (così scrive il santo, ma è un modo di dire, per farsi intendere meglio dai suoi uditori; Dio sa già tutto; n.d.t.).
Poi dobbiamo restituire, sull’esempio di Zaccheo, tutto ciò che non è nostro; in caso contrario giammai potremo evitare l’inferno.
Occorre nutrire un grande dolore per i nostri peccati, piangere su di essi come fece il santo re Davide, che pianse il suo peccato fino alla morte ed evitò di ricaderci.
Bisogna umiliarsi profondamente davanti al buon Dio, accettando tutto ciò che il buon Dio vorrà mandarci, non soltanto con sottomissione, ma con grande gioia. Infatti non c’è via di mezzo: o si piange in questo mondo o si piangerà nell’altro, là dove le lacrime non serviranno più a nulla, e la penitenza non riceverà alcun merito.
Occorre, inoltre, non perdere mai di vista il pensiero che non conosciamo il giorno in cui saremo giudicati, e che se disgraziatamente fossimo trovati in stato di peccato, saremmo perduti per tutta l’eternità.
Che concludere da tutto quello che si è detto, fratelli miei?
Anzitutto dobbiamo riconoscere di essere veramente ciechi, dal momento che nessuno di noi può dire di essere pronto a comparire davanti a Gesù Cristo, e che, malgrado questa certezza di non essere pronti, nessuno di noi fa un passo avanti verso il buon Dio, per assicurarsi una sentenza favorevole.
O mio Dio! com’è cieco il peccatore!
Ahimè! com’è deplorevole la sorte che lo aspetta!
No, no, fratelli miei, non viviamo più come degli insensati, poiché nel momento in cui meno ce lo aspettiamo, Gesù Cristo busserà alla nostra porta.
Beato colui che non ha atteso fino a quel momento per prepararsi!
E’ questo che vi auguro…"
domenica 5 ottobre 2025
CRISTO E’ MORTO PER LA LEGGE
Cristo è morto per obbedire alla Legge e nella Legge Divina è espressa la volontà del Padre, quindi Cristo ha accettato la croce sottoponendo la sua libertà alla volontà del Padre e ci insegna che non c’è altro modo di essere veramente libero per l uomo se non allinearsi perfettamente come ha fatto lui alla volontà del Padre . La Legge è il fardello che lega la nostra libertà che non si sconfigge evitandola o edulcorandola ,ma interiorizzandola e facendola diventare spirto e vita con la fede . Fare questo è giustizia verso Dio e i fratelli . La legge che è da temere per chi è ribelle ma da amare per chi ha fede in Dio, è stata necessaria dopo il peccato . Dio ha creato tutto e non è stato lodato e ringraziato da Adamo , questo mancato ringraziamento ha fatto si che Adamo si credesse indipendente, che si perdesse dietro le cose da fare per governare la Terra e mancasse di gratitudine verso Dio che gli aveva dato l’esistenza. Questa mancanza di gratitudine ha avuto bisogno di un limite formale ad un suo ordine . Dio ha detto all’ uomo : “questo è un limite, non ti avvicinare altrimenti morirai “. Onde per cui Gesù Cristo ha trasformato uno strumento di morte la legge con la Croce , trasformandolo in uno strumento di Salvezza .
giovedì 2 ottobre 2025
CRISTO RE DEGLI ANGELI E DELCRISTO RE DEGLI ANGELI E DELL’ UNIVERSO
Immaginate per un istante un essere, un ente spirituale, cosciente e libero, cioè autonomo e non legato ad alcuna materia, ovvero non avendo alcun riferimento con cose sensoriali e la materia ; che non potrebbe collegarsi e fare riferimento a nessun immagine materiale e trovarsi , questo essere, all’ improvviso davanti all’esistenza perché dal nulla materiale emerso . Ebbene quale potrebbe essere la sua reazione quando gli si dice : hai un Padre, hai un Creatore che ex nihil ti ha fatto esistere ? Questo essere se lasciato a se stesso, nella sua autonomia di pensiero, siccome non deve neanche avere bisogno di cibo e crescere o prolificare ….. non dipendere dalla materia come un umano, potrebbe anche pensare di esserci sempre stato o di non avere nessuna paternità e quindi non deve ringraziare nessuno ma tutto gli è dovuto grazie al suo esistere,alla sublimità del suo pensiero ..... . Egli deve tutto a se stesso . Ebbene le miriadi di angeli, appena creati , si sono trovati davanti a un dilemma del genere . I soli loro genitori non sono un uomo e una donna che li ha allattati ma direttamente la Trinità Santissima . Anche a loro Dio doveva comunicare e fargli capire che erano esseri creati, ex nihilo, e avevano un Padre e questo Padre ha un solo Figlio generato e non creato … della stessa natura del Padre . Questa è l’ unica storia dell’ universo e non ce ne sono altre . Molti , la maggior parte, furono attratti da questo grande amore invisibile e impronunciabile che li aveva fatti esistere, cioè dallo Spirito Santo, e risposero a questo fuoco di amore di Dio, altri, un resto, rifiutò questo fuoco di amore credendosi autonomi e indipendenti, ma anche indistruttibili perché non legati alla materia. Anche le creature angeliche hanno bisogno di essere confermate nell’amore divino pur non avendo peccato e non avendo una Legge e vedono questo amore divino nel Verbo Incarnato , che patì per noi . Essi come la Vergine Immacolata ,furono preservati in funzione e in vista del Verbo che avrebbero servito come loro Re . In Cristo essi vedono il loro Signore e tutta la storia dell’ universo e tramite Lui conoscono l’ amore di Dio per le creature, quindi capiscono di esistere grazie a Dio .L’ UNIVERSO
lunedì 22 settembre 2025
IL PROBLEMA POLITICO E LA CONTESTAZIONE CRISTIANA
(Nuova Teologia, ma solo nuova e in opposizione a quella del vaticano II )
Ogni gruppo sociale ha le sue forme di autorità elette o sistemi di governo ; eletti o non eletti dal popolo, membri più distinti per antiche virtù sociali o morali che in qualche modo fanno da guida nel sistema di un dato gruppo di governo e di un dato luogo geografico o nazionale . Nobili che si distinsero in difesa del loro gruppo e ambiente geografico o culturale , magari militari ; membri facoltosi di un dato ceto sociale dominante oppure semplicemente persone che per aver sostenuto idee o ideologie , fanno poi da guida politica e sono incaricate di preservare gli interessi di tutto il popolo e organizzare la società in maniera equa o solidale . Queste guide che governano o hanno autorità e influenza pratica , dovrebbero organizzare il sistema sociale avendo come base di sfondo implicitamente la legge naturale che non è altro se non la giustizia sociale, quella stessa legge rivelata che ha organizzato la società ebraica dove a capo c’era Mosè , un legislatore coadiuvato da giudici o anziani . Infatti a Mosè gli successe nella guida o nel potere un militare, Giosuè, il quale aveva gli stessi obbiettivi e finalità che Dio aveva raccomandato a Mosè . Tra i pagani si distinsero tradizioni di vita, sempre basate sulla legge naturale , ovvero su un loro modo di vedere la giustizia tra i membri che permetteva lo sviluppo e la continuazione della vita sociale e dei loro interessi . Questa vita sociale e gli interessi tra i pagani , partiva dalla vita familiare col matrimonio tra un uomo e una donna e coi figli . Ogni luogo geografico aveva le sue caratteristiche e ricchezze naturali che determinavano l’economia e permetteva ai gruppi di vivere e prolificare . Ad esempio avere una fonte di acqua vicina permetteva un certo sviluppo sociale ed economico . E noi sappiamo oggi che queste sono solo le cose più evidenti che Dio ha regolato nella creazione per la vita sulla Terra, perché man mano che l’ uomo progrediva e aumentava di numero , sono scaturite dalla Terra altre immense ricchezze da dominare per lo sviluppo umano che è uno sviluppo per permettere in modo esponenziale la crescita e il numero degli abitanti su tutto il pianeta . Il problema è che non tutti gli uomini oggi vedono l ‘universo e tutta la Terra come creazione di Dio, ma piuttosto come creazione del potere scientifico dell’ uomo . In generale un potere che ha alla base, grosso modo, la tradizione della legge naturale , è sempre legittimo, navigare contro è illegittimo , perché è un potere basato sulla rapina e sulla frode. Ma non ci perdiamo nei gangli di questi discorsi e veniamo all’essenziale perché entrando nei particolari e le numerose articolazioni della legge ai vari sistemi ci potremmo perdere . In queste forme politiche o sociale di potere è legittimo opporsi e manifestare ? Quando il potere politico è chiaramente tutto contro la giustizia sociale , che regola la libertà sulla base della legge naturale , è lecito e doveroso manifestare idee contrarie . Ma solo manifestare da soli o in gruppo idee contrarie perché queste non sono legate alla giustizia divina . Nell’ ex popolo eletto che doveva fare da paradigma, abbiamo guide mandate da Dio all inizio, poi anziani , cioè la tradizione , poi abbiamo dei re . Ma sappiamo bene che anche questi sono capaci di calpestare la giustizia sociale per amore del potere , che dovrebbe servire in funzione del bene del popolo . La ribellione non è mai legittima, tranne in casi estremi in difesa dei valori fondanti la creazione della Terra , però vediamo nell’ ex popolo eletto, in tutti i sistemi di governo voluti da Dio , mandava i profeti a manifestare con azioni eclatanti . Essi ricordavano ai politici di allora quali erano i veri valori della legge naturale a cui ispirarsi e da cui dipendeva il loro potere e quale morale o legge doveva seguire il popolo senza piegarsi ad abitudini e licenze non ammesse dalla Legge di Dio . Una cosa rischiosa da fare e senza mai abbandonarsi a minacce personali o incitare il popolo alla rivolta e alle violenze . Mai un profeta ha incitato alla violenza il popolo . Ci sono state delle eccezioni nella storia si Israele, ovvero nelle Sacre Scritture quando si voleva introdurre e seguire abitudini e leggi pagane, lontane dalla tradizione, ma queste forme di manifestazioni o di proteste non costituivano la norma . Quando un manifestante profeta veniva ucciso o mandato via e non venivano ascoltati i suoi richiami alla morale soprattutto , non si rispondeva con nessuna ribellione e opposizione ; ci pensava Dio stesso a risolvere le questione e a riportare il popolo nell’ alveo della tradizione e della Legge . Come ? Con carestie, disastri naturali, disgrazie, pestilenze, guerre e la preparazione di popoli invasori li avrebbero sottomessi e fatti strage ma senza estinguerli del tutto . Ricordiamo il racconto del profeta Giona …..Dio mandava i profeti anche tra i pagani che erano tenuti a rimanere anche loro nell’ alveo della legge naturale per vivere sul pianeta . Ricordiamo la fine di Sodoma e Gomorra che si presero la libertà di andare semplicemente contro la tradizione e la legge naturale . Non erano il popolo eletto e non ci fu prova di appello per loro e furono semplicemente estinti da Dio stesso, ma non per mano di un altro popolo invasore , ma con un bombardamento di fuoco naturale .
domenica 21 settembre 2025
LA SALVEZZA PER LA FEDE IN CRISTO ATTRAVERSO LO SCAMBIO
NUOVA TEOLOGIA (nuova rispetto a quella del vaticano II )
• Se io sono pagano e seguendo la legge naturale seguo tutte le norme della legge naturale, dove viene affermata la giustizia di Dio, ammesso che arrivi a conoscere tutte le norme e le situazioni , il che non è impossibile durante la mia esperienza di vita perché esse sono norme oggettive e iscritte nel cuore di ogni uomo; ebbene la loro osservanza effettiva e reale derivano da una fede in Dio e la loro applicazione non è altro se non la mia crocifissione insieme a quella di Cristo dice san Paolo ai Colossesi .. . Quelle norme che seguo per la fede in Dio sono esse a crocifiggermi come hanno crocifisso Cristo appendendolo a una croce . Io divento un martire di desiderio anche se non sono un martire battezzato e senza morte violenta. Però quei rari casi di pagani testimoni integerrimi rispetto alla legge naturale li conosce solo Dio nel mondo e non siamo autorizzati a fare alcun teorema, né organizzare dibattiti interconfessionali anzi non possiamo interferire nel giudizio di Dio . I non riscattati e non battezzati in linea generale sono nemici di Dio e della sua legge ,anche senza saperlo ! I religiosi di una volta, battezzati, non sono altro che dei martiri senza spargimento di sangue per l’osservanza alla volontà di Dio come Cristo Crocifisso e possono salvarsi solo per mezzo della fede in Cristo e non per l’esecuzione precisa della Legge . In pratica è avvenuto questo nell’ universo delle creature create tutte da Dio . Dio Padre ha accettato uno scambio . Se il Padre non avesse accettato questo scambio, pur avendo il Figlio i mezzi per pagare , non ci sarebbe stata più storia per tutto l’ universo di Dio e le sue creature . Dio poteva fare in mille modi diversi per salvarci dalla morte , ma ha scelto solo questo e non ci è permesso sindacare al riguardo, né cambiare la sua legge eterna . Tuttavia sappiamo che per Dio è una questione di giustizia,di ordine, di fedeltà al suo essere quando una creatura inferiore da lui creata , pecca . Se sono un pagano peccatore di tutte le specie, grazie a uno scambio permesso dal Padre, con la Fede in Cristo, il Padre non guarda più al mio passato e ci mette una pietra sopra, né guarda la mia discendenza nella carne perché la fede in Cristo mi dona la grazia dello Spirito Santo e mi fa nuova creatura non in automatico, ma in potenza ; ha lavato i miei peccati di cui faccio ammenda e vuole da me una continua conversione e riconoscimento del debito pagato grazie alo scambio . Se c'è questa conversione e dolore dei peccati con la fede in Cristo , siamo salvi . Logicamente questo è un discorso soprattutto individuale di salvezza e poi ecclesiale e non riguarda la storia del mondo e la politica di una nazione e della convivenza umana in una società . Si parla di come deve porsi il credente di fronte a Dio e poi la partecipazione al popolo di Dio con una sua gerarchia che ha il dovere di predicare e operare questo grande mistero di salvezza nel mondo . Se sono un ebreo israelita e già conosco la Legge, anzi sono un circonciso, cioè ho promesso di vivere secondo la Legge lontano dal peccato e dalla disobbedienza a Dio sono un privilegiato . Allora per lo scambio accettato dal Padre, solo con la fede in Cristo Gesù ,posso ottenere il perdono da tutte le infrazioni, anzi le mie possibili infrazioni però sono sempre superiori rispetto a quelle dei pagani senza Legge . All’ ebreo non è concesso non conoscere Cristo e ripudiare la fede, perchè la Legge a cui era legato da un patto nella carne era finalizzata a Cristo stesso . Non esistono situazioni di mezzo per l’ ebreo perché Cristo era stato promesso a Mosè che aveva ricevuto la Legge ,come colui che dovevano attendere e poi seguire ….Secondo Deuteronomio 18:18, Dio dice a Mosè: "Io susciterò loro un profeta come te, di mezzo ai loro fratelli, e gli metterò le mie parole sulla bocca; egli dirà loro tutto quello che io gli comanderò".
La situazione è ancora peggiore per il battezzato o il consacrato che perde la fede o non ha più fede in Cristo unico mezzo di salvezza per tutte le creature . Ecco che Cristo è la pietra angolare senza la quale non si può fare a meno per la salvezza e, rifiutandola, ogni palazzo crolla .Ma tutta questa storia è avvenuto grazio a un divino commercio e grazie a uno scambio . Ma di che si tratta quando si parla di scambio ? Noi lo spieghiamo così. Dio è ordine, giustizia, amore e carità .. e ogni suo attributo contiene tutti gli altri . La Trinità quindi dopo avere creato la materia e gli animali, cioè della materia vivente non cosciente ma solo sensibile alle leggi fisse ,ha deciso di creare esseri viventi liberi e autocoscienti ,capaci di autonomia di pensiero ; capaci di rendersi conto e valutare la materia sensibile circostante e capace di considerare anche se stessi in mezzo agli altri della stessa natura . Ora questa libertà di pensiero degli esseri individuali , questa autonomia cosciente rispetto alla materia tutta determinata creata da Dio è una cosa immensa per gli gli uomini , la loro fortuna e gloria , ma è anche un loro pericolo più grave e può essere la loro condanna eterna nel momento in cui con la loro libertà non riconoscono e seguono l’ ordine di Dio per tutta la creazione . L ‘essere libero può peccare, allontanarsi dal volere di Dio che ha tutto prestabilito nel creato . E qui che interviene il Sacro Commercio, cioè lo scambio. Il Figlio ha chiesto al Padre di pagare lui il conto alla Sua giustizia per tutti i mali che avrebbero commesso i peccatori , cioè coloro che avrebbero infranto le sue Leggi, ovvero coloro che avrebbero usato male la libertà che Egli aveva dotato l’ uomo rispetto agli altri esseri della Terra . La libertà di cui aveva dotato gli uomini, sarebbe potuta arrivare anche al mancato riconoscimento di essere una creatura creata non autonoma e totalmente dipendente da LUI, che è l’infrazione più grave della Legge ; quella Legge che fu stabilita per indicare il sentiero per cui l’ uomo poteva liberarsi dalla stessa legge della materia a cui Dio lo ha unito . La libertà dell’ uomo è quindi adesione alla volontà di Dio ma nello stesso tempo accettazione dello “scambio” . Uno scambio ha permesso a tutte le creature di continuare a vivere nonostante il peccato , ovvero la rivolta possibile contro Dio dove gli esseri si illudono di essere autonomi . Chi non accetta questo scambio non può salvarsi . Cristo infatti non è solo Re e Signore di tutta l’umanità, ma il Signore di tutto l’universo e quindi di tutte le creature del cielo , della Terra e sotto Terra , cioè anche Signore degli angeli che sono esseri spirituali e non corporei i quali vedono in concreto nel sacrificio di Cristo sulla Croce, l’amore di Dio per le sue creature e per questo sono confermati nell’ amore. Secondo le Sacre Scritture, secondo la Rivelazione, gli uomini sono stati creati da Dio e sono stati messi al governo della Terra, creata da Dio e sono stati dotati di libertà . Ma la Terra si governa secondo il Suo piano che, se una volta non era necessario conoscere nei dettagli per governare e vivere sulla Terra, oggi occupando l’uomo tutte le parti del pianeta, è necessario conoscere bene questo piano per convivere secondo una stessa Legge universale stabilita da Dio . Non si può più convivere con leggi morali diverse in uno Stato e sulla Terra . Dio ha messo tutte le risorse necessarie alla vita dei popoli nella natura sul pianeta in previsione della storia della Terra e per il governo conferito agli uomini . Chi non ha questa fede, non crede in Dio, anzi diventa nemico di Dio pur se ammette l’ esistenza di un essere intelligente che, genericamente, ha dato l’avvia all’ universo tra le miriadi di pianeti . Dio non ha creato il mondo e poi lo ha abbandonato a se stesso . Il caos che vediamo nel mondo riguarda il suo governo del mondo e la realizzazione dei suoi piani che possiamo comprendere solo nella fede perché questo piano si sviluppa attraverso millenni e millenni e non riguarda solo gli individui di questa epoca . Ecco che solo nella fede possiamo vedere e conoscere tutto il piano che riguarda la salvezza operata da sacro commercio divino . Gli avvenimenti presenti ,le guerre che noi non accettiamo e comprendiamo, vanno visti solo in prospettiva della fede e della storia della salvezza che Dio sta operando e che non è dato a tutti comprendere ,perché anche se Cristo è venuto per tutti gli uomini , non tutti lo hanno accettato ancora e si salveranno solo coloro che vedono il Lui il salvatore e la guida promessa da Mosè . Le guerre,le lotte per il potere, gli eccidi e i massacri che ci scandalizzano fanno parte del calendario di Dio e non sono estranei al suo piano di salvezza universale dal peccato . Sotto questo aspetto del piano della Storia della Salvezza universale degli uomini , il male , gli eccidi e i massacri fanno parte del piano universale, come quando Dio prometteva a Israele tramite i profeti che avrebbe fatto massacrare il suo popolo e “Gerusalemme sarebbe stata arata come un campo ..”
In mezzo a queste vicende la Chiesa, il popolo , deve solo credere che Dio sta attuando il suo Piano di Salvezza e ogni individuo deve solo continuare a credere in questo scambio tramite la Chiesa con il quale Dio permette la vita sulla Terra . Chi crederà e non resterà scandalizzato, sarà salvato ,chi non crederà sarà perso. Disperarsi per le guerre e perdere la fede perché Dio permette le guerre e i massacri , significa non avere capito nulla del Piano di Salvezza di Dio per l’ umanità . Per un apostolo, poi, significa avere buttato al macero tutta la Storia del Vecchio Testamento perché magari crede in un Dio pacifinto che vuole una pace pacifinta;una pace che non riguarda il Piano di Dio che sta realizzando ogni momento sulla Terra .. I terremoti, i maremoti ,le carestie ,le pestilenze, le guerre e i grandi massacri fanno parte del Suo Piano di Salvezza che sta operando e anzi sono gli strumenti preferiti per la sua realizzazione . Dio si manifesterà ufficialmente all’ umanità solo quando avrà eliminato completamente tutto il male dalla Terra e avrà fatto piegare ogni ginocchio al suo divino potere , tutti gli uomini della Terra. E Satana , il distruttore , il separatore , il nemico , l’ omicida fin dal principio, è il suo misterioso strumento nelle sue mani che inganna gli uomini facendogli credere che non è Dio a comandare in assoluto il mondo, ma è lui col suo potere del caos . Ma … chi avrà creduto fino alla fine …. sarà salvato .
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