martedì 27 febbraio 2018

Interrogativi e perplessità post approvazione Statuto Neocatecumenale

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Interrogativi e perplessità post approvazione Statuto
Una prima sintesi
Dalle varie approfondite riflessioni sullo Statuto NC, che presto pubblicheremo, abbiamo visto che dallo stesso emerge chiaramente il tentativo di cattolicizzazione del Cammino. In primis, non dovrebbero più esserci veglie celebrate in alberghi. Lentamente il Cammino dovrebbe essere assimilato nelle parrocchie, e dovrebbe abbandonare le parti giudaizzanti della celebrazione.
Tuttavia, questo realisticamente potrà succedere solo se e nei casi in cui il parroco non sia NC o non sia ‘ammaliato’ o non sia ‘comprato’… perché, così come non ha avuto alcuna applicazione la lettera di Arinze, altrettanto non l’avranno quelle parti dello statuto che farebbero del cammino qualcosa di meno ‘diverso’ dall’insegnamento della Chiesa…

In realtà il cammino costituisce una ‘entità’ voluta dagli iniziatori, ed ha un’anima, un’identità propria, che non può cambiare in profondità solo per l’adeguamento, che peraltro risulta difficile e problematico, di alcune ‘formalità’…
Vi metteremo tra breve al corrente degli esiti del lavoro certosino effettuato sullo statuto neocatecumenale definitivo (che pubblicheremo al più presto perché è FONDAMENTALE che queste Norme si CONOSCANO BENE! Proprio per dare INFORMAZIONE a chi non ne ha! E per dare quindi consapevolezza, capacità di scelta e libertà a chi vuole, scoprendo CHI E COSA si ritrova davanti: certamente una “forma” diversa di Cristianesimo… E CHI E COSA INVECE DOVREBBE ritrovarsi).
A questo punto possiamo tentare una prima sintesi ragionata dell’ “essere Chiesa” del Cammino Neocatecumenale, anche alla luce del fatto che i NC intendono entrare (e già sono entrati ormai a pieno titolo) nella Chiesa Unica di Cristo per “trasformarla”, o almeno rinnovarla dal di dentro, tenendo conto delle catechesi iniziali (identiche a quelle di 30 anni fa, persino nelle virgole) in corso in varie parrocchie (e che alcuni amici hanno registrato):
1. Nella seconda catechesi si confermano le credenziali dell’insegnamento e l’assoluta autorità del catechista che è un “apostolo”, il quale, parlando della propria funzione, ripete esattamente le parole di Kiko, ribadendo: “Durante il catecumenato non potete ancora mostrare i segni di una fede adulta. È l’apostolo, il catechista, che vi guida nella catechesi, che deve vegliare sul Cammino come un fratello grande, dato che il vescovo ha riconosciuto questo carisma in lui per portarvi alla fede. Egli è certamente il fratello che sa se lo Spirito di Gesù è presente”.
Dunque durante i circa 20 anni di durata del Cammino (l’OICA ne prevede al massimo 3) il catecumeno non può mostrare alcun segno di fede, mentre il catechista possiede il potere di giudicare chi è un vero credente e chi no;
2. Nella terza catechesi (già tenuta tre giorni fa in molte parrocchie) si affronta il problema della Storia della Salvezza, secondo lo schema abituale: Abramo, Mosè, David, esilio in Babilonia, i profeti, Gesù Cristo, la Chiesa primitiva. Dopo il 314 d.C. invece, cioè dopo Costantino, secondo la predicazione che ancora si effettua, si apre una parentesi che si chiude solo con il Concilio Vaticano II. Durante i 1700 anni intermedi, viene detto con le parole di Kiko, il catecumenato non è stato più praticato e quindi la Chiesa ha vissuto in uno stato di ‘religiosità naturale’. I santi, i dottori della Chiesa non vengono affatto menzionati, ma si insiste sul fatto che il Vaticano II “proclama il rinnovamento liturgico basato sul mistero pasquale (non si parla di redenzione) e sull’ecumenismo”, che viene messo sullo stesso piano della missione.
3. A questo punto viene posta la domanda più importante:
” Come si può applicare il rinnovamento del Concilio alla vita concreta della parrocchia (cioè della Chiesa)?
La risposta è immediata:
“Attraverso una comunità cristiana catecumenale che aprirà un Cammino catecumenale”, infatti, - viene fatto osservare - tutta la storia della salvezza converge sull’unica via possibile di evangelizzazione: il Catecumenato (da intendere nell’accezione neocatecumenale).
Si passa subito quindi a delineare, usando le precise parole usate da Kiko nelle prime catechesi degli anni ‘60, LA CONFIGURAZIONE NUOVA DELLA CHIESA (quella di sempre, ma ovviamente da “rinnovare”). Ecco cosa dice in merito Kiko ancora oggi (ottobre 2008) per bocca dei suoi catechisti nelle parrocchie:
La Comunità ha la missione di aprire un Cammino catecumenale nella parrocchia. Quando altri fratelli vi vogliono entrare, poiché la comunità non può essere troppo grande, essi si uniranno in un’altra comunità. Cosi apriranno nuove comunità e formeremo una nuova struttura parrocchiale. Ogni comunità avrà il suo presbitero e il suo diacono, e nella comunità appariranno i diversi carismi… così ci saranno un collegio di diaconi, un collegio di sacerdoti, ecc. Una chiesa locale nella quale il parroco sarà una specie di vescovo con il suo collegio presbiterale. Questa chiesa locale è la scoperta del Concilio”.
Da questa sintesi, emerge chiara l’ennesima dimostrazione che lo Statuto del Cammino…. NON C’ENTRA NULLA COL CAMMINO REALE… Sic stantibus Rebus… È scioccante! Il progetto di Kiko Arguello di dominio sulla Chiesa cattolica con il suo cammino è più che evidente!
Quando si sveglieranno i pastori che sono di principio chiamati a guidarci e proteggerci?
Quando apriranno gli occhi?
Quando si sveglieranno dal sonno letargico, ipnotico, nel quale sono piombati?
Non è ormai credibile che il cammino possa mai integrarsi nella parrocchia o trasformarsi in un percorso cattolico. Tutt’al più il tentativo di assimilarlo in una parrocchia - cosa che sappiamo non potrà mai avvenire per la resistenza dei catechisti - potrebbe togliergli forza al suo interno, potrebbe aumentare il numero di coloro che gli preferiranno la vita di parrocchia… ma anche questo è opinabile, pur prescindendo dai contenuti, conoscendo i metodi e l’incisività dei martellamenti.
Dai nostri osservatori in varie diocesi della penisola, possiamo dire che alcuni vescovi sono preoccupati e perplessi, ma aspettano il pronunciamento ufficiale, che ancora non è completo. Molti, invece lo ritengono completo con l’approvazione del Pontificio Consiglio dei Laici, anche se manca il pronunciamento della Dottrina della Fede e lasciano fare incondizionatamente e senza remore.
Quello di cui invece non si rendono conto, è che il cammino non solo insegna diversamente dalDepositum Fidei’ Apostolico della chiesa, ma crea dei danni nelle persone. Si pensa che chi esce, rientra nella parrocchia, ritrova la sua libertà, e visse per sempre felice e contento… Ma non è così! Non sanno dei danni psicologici, né del fatto che moltissimi lasciano la chiesa a causa del cammino.
Si possono prendere in considerazione altre ipotesi: che i Vescovi che “permettono” il CnC nei modi che conosciamo siano tutti “ammaliati”, oppure abbiano sposato un’altra fede (purtroppo non ci appare negabile che un certo numero di Vescovi della Chiesa Cattolica abbia realmente sposato un’altra fede: falso ecumenismo e protestantizzazione).
Vi sono anche alcuni Vescovi, a parte i non molti che prendono una posizione netta in linea con la Tradizione Viva, che HANNO TIMORE delle conseguenze di decisioni di cautela o critica nei confronti del Cammino
. PERCHE’? Vi sono anche altri Vescovi, di quelli che “permettono” il CnC, che SPERANO nell’Integrazione auspicando che avvenga… Ma che non prendono provvedimenti disciplinari PER FARLA AVVERARE sempre per il solito (o di altro tipo?) TIMORE! Perché, poi, nella Chiesa, oggi, è vietato vietare ed è vietato correggere l’errore?
La domanda è: DI COSA SI HA PAURA? Perché sembra ci possa essere altro, oltre alla “adesione ad un’altra fede”. Oltre questo c’è LA PAURA? MA DI CHE?
Il motivo per cui non si agisce in modo diretto, quale potrebbe essere, oltre gli altri considerati, se non la PAURA?
22 ottobre,
  TESTIMONIANZA
 
Al Prefetto del Consiglio per i Laici

Ecc.za Rev.ma,

mi chiamo Giuseppina Falbo e Le scrivo da Cicognara, in provincia di Mantova. Ho 43 anni. Sono sposata e madre di 3 ragazzi. Per 8 anni ho fatto la catechista nella parrocchia di Cicognara e per 6 ho frequentato il Cammino necatecumenale dove ero entrata su invito del parroco don Luigi Pietta (anch’egli del Cammino) che ci aveva presentato dei catechisti che
dicevano d’essere stati inviati dal Vescovo di Cremona.

Fiduciosa in don Luigi, con altri parrocchiani accettai di partecipare alle
catechesi, terminate le quali, fummo invitati a partecipare ad una
Convivenza di tre giorni in un lussuoso albergo sul lago di Garda. Lì ci
istruirono su come proseguire il Cammino fino al Primo Passaggio che, in
seguito, facemmo sempre nello stesso albergo sul lago di Garda.

Per due mesi, dalle 21 a mezzanotte, ascoltammo una serie di catechesi
massacranti. Ci venne detto in maniera ossessiva e martellante, che eravamo
delle nullità, dei peccatori che facevano schifo. Arrivati al rito
conclusivo ci chiusero in un salone e dopo una intensa catechesi ci dissero
che eravamo stati scelti dal Signore, che stava passando in quel momento.

Ci chiesero se eravamo disposti a vendere i nostri beni per aderire alla Sua
chiamata e che dietro la porta c’erano tanti demoni scatenati perché lì si
stava compiendo un’opera di conversione. Ci fecero scrivere i nostri nomi
sulla Bibbia e tutto si concluse con il Rito dell’Esorcismo, fatto su ognuno
di noi da parte dei catechisti e del parroco.

Io mi sentii così male che chiesi aiuto ai miei responsabili, una coppia che
come me aveva aderito a questo Cammino. Tornai a casa psicologicamente
distrutta. Non potevo parlare con i miei, perché avevo ricevuto l’ordine dai
catechisti di non parlare a nessuno. I catechisti ci dicevano in
continuazione che erano stati mandati da Dio e che noi dovevamo loro una
totale obbedienza.

Chiamai così don Luigi. Lui mi consolò dicendomi di fidarmi e di proseguire.
Così feci, nonostante i miei “perché e per come”, ma solo
perché don Luigi
mi invitava ad avere fiducia.

Arrivammo allo Schemà, durante il quale ci fu ribadito con insistenza di
staccarci dai beni. Chiedemmo spiegazioni in merito e ci risposero: “Hai un
conto in banca? Svuotalo! Hai la macchina? Vendila! Hai beni immobili?
Vendili! Hai preziosi o qualcosa a cui tieni molto? Staccati! Vendili e il
ricavato mettilo nella cassetta dei poveri della parrocchia. Con tutto
questo ci dovevamo sentire strappare il cuore, altrimenti non potevamo fare
alleanza con Cristo, che poi ci avrebbe reso il centuplo.

Arrivammo al Secondo Passaggio, quello degli Scrutini. Uno alla volta ci
hanno portati al centro della stanza, facendoci sedere al fianco della
Croce, di fronte ai catechisti e al parroco. E’ cominciato così
l’interrogatorio
da parte del capo catechista. In quei momenti chi non è abbastanza forte,
con quel interrogatorio viene svuotato della sua vita o, per meglio dire,
della gioia di vivere e della propria dignità e identità. Per ben due volte
noi non “passammo”!

A loro dire, non ci eravamo provati abbastanza sui beni; non avevamo detto
tutto della nostra vita; avevamo fregato i fratelli, ma non Dio! Io mi ero
“provata” sui beni, offrendo del danaro, nella maniera più discreta
possibile, ad una famiglia bisognosa, ma mi dissero che ciò non valeva,
perché quella famiglia mi sarebbe stata riconoscente per tutta la vita.

Così dovetti rifare la prova.

Faccio notare che sono casalinga e non percepisco alcun stipendio, ma tra
riti, prove ed altre richieste, in breve tempo mi si sono volatizzati otto
anni di risparmi.

Arrivammo per la terza volta allo Scrutinio. Dopo aver assistito con
sofferenza agli Scrutini dei fratelli, arrivò il mio turno. Mi fecero la
fatidica domanda: “Che cosa non hai accettato della tua vita?” Mi risultava
difficile capire.

Risposi che non avevo accettato le decisioni che i miei genitori avevano
preso sulla mia vita, quali lo studio e l’arte, alla quale tenevo molto. Il
catechista mi chiese se queste scelte riguardassero anche il mio matrimonio.
Io non volevo rispondere perché in precedenza privatamente avevo detto loro
che queste scelte riguardavano il mio fidanzamento e che in seguito il mio
matrimonio era riuscito bene.

Mia madre non aveva voluto che interrompessi il mio fidanzamento e forse,
proprio per questo, lei era stata lo strumento di Dio perché il matrimonio
si realizzasse. Io non ne volevo parlare, per rispetto a mio marito che amo
molto, e per rispetto a mia madre, cui voglio altrettanto bene.

Mi trovai in una situazione psicologica difficile perché essi mi dicevano
che di fronte alla Croce non potevo mentire.

Così parlai. Lei non può immaginare come mi sentissi male. Incominciò
un
interrogatorio allucinante che non finiva più. Venni accusata di avere
giudicato mia madre e per questo dovevo inginocchiarmi e chiederle perdono.

Anche a mio marito dovevo chiedere perdono. Risposi che allora avevo solo
sedici anni e che non avevo l’età per poter giudicare mia madre. Il capo
catechista mi disse che sicuramente avevo pensato: Che razza di uomo mi sta
rifilando mia madre., e molte altre cose.

A questo punto mi sono sentita morire. Mi avevano distrutta: non solo
avevano lesa la mia dignità, ma anche quella di mio marito. Mi sentii
terribilmente in colpa con mio marito, con mia madre e, addirittura, con i
miei figli.

Quella era una storia che riguardava solo me e mio marito. Che diritto
avevano quei laici a interferire così nella mia vita, mentre il parroco, lì
presente, non proferiva parola?

Andai a casa disperata e non dormii per tutta la notte. Verso le cinque del
mattino svegliai mio marito e gli raccontai tutto, ma continuai a stare
male. Per più di un mese presi dei tranquillanti, anche perché non potevo
parlare con nessuno.

Andai da don Luigi che quasi mi cacciò. Ritornai da lui per confessarmi e
gli dissi la mia sofferenza, ma lui mi rispose che ciò era un bene, perché
voleva dire che il Passaggio era stato valido e che il Cammino andava bene
per me.

Tanto mi sentivo male che avrei voluto rispondergli che stavo camminando
verso una struttura psichiatrica.

Il Passaggio si concluse dopo alcuni giorni con il Rito del Sale. Altre
offerte in danaro e di oggetti vari. Con il dito puntato verso la porta
della chiesetta delle suore di Viadana, anch’io come gli altri rinunciai a
satana e a tutte le sue opere

perché, a detta dei catechisti, il demonio si trovava dietro quella porta.

Il sacerdote ci esorcizzò ancora una volta e tutto si concluse con la cena.

I catechisti tornarono nelle sere successive per istruirci sulla questione
delle decime. Praticamente ognuno doveva detrarre ogni mese la decima parte
dal suo stipendio, e metterla in una cesta per essere devoluta in opere di
carità, non ben specificate.

A chi, come me, era solo, è stato detto di pretendere dal marito la metà del
suo guadagno e di detrarre da questa il 10%.

Pian piano mi accorsi come questo Cammino stava rovinando la mia vita. Venni
a conoscenza di altri Passaggi a dir poco terrificanti.

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Mi consultai con un Padre francescano che mi consigliò di mollare tutto,

perché ciò non poteva venire da Dio

che non mette mai nessuno nell’angoscia e nella disperazione.
!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Credo che la conversione sia un fatto personale e graduale. Per ognuno di
noi, i tempi sono diversi. Solo Dio li conosce.

Ora che sono uscita da questo incubo soffro ancora per le migliaia di
“fratelli” finiti in questa rete, ma soprattutto per i tanti consacrati.

Come noi sposati ci fondiamo nel matrimonio in un cammino di salvezza per
mezzo dell’amore, vissuto nella fedeltà e nel dono reciproco, così i
consacrati nella Chiesa dovrebbero cercare in essa, e non altrove, quelle
grazie e quelle virtù che Gesù, nostro Signore, è venuto a portarci.

Ringrazio Iddio per avermi aperto in tempo gli occhi. Ora posso finalmente
respirare quella libertà che Lui ci ha procurato morendo in croce per noi.
Prego sempre per quanti si trovano ancora in questa organizzazione (o, per
meglio dire, setta).

Spero tanto che gli organismi preposti nella Chiesa predano in seria
considerazione questa mia testimonianza, per far sì che Dio sia glorificato
e trionfi presto la Sua giustizia
.

Ora che sono uscita dal Cammino sono stata esonerata dall’incarico di
catechista. Ciò ha procurato un grande dispiacere ai bambini che hanno
lottato tanto per riavermi, ma non c’è stato nulla da fare. Oltre a me hanno
colpito anche mio figlio che è stato cacciato dall’oratorio e dalle opere
parrocchiali, perché aveva la stessa colpa della madre, quella di aver
abbandonato il Cammino neocatecumenale
.

Quanto è successo a me è toccato pure ad un’altra catechista, lei pure
uscita dal Cammino.

Speravo che con la venuta del nuovo parroco qualcosa cambiasse, ma con mio
grande rammarico ho constato che non è cambiato nulla. Oltre al dolore che
ho provato nell’uscire da questa setta, ora devo subire anche le derisioni
che il nuovo parroco riserva a coloro che hanno abbandonato il Cammino.

Al suo arrivo molti erano andati da lui per avere una parola di conforto,
per essere accolti, ascoltati e amati, come ci si aspetterebbe da un buon
discepolo del Signore.

Lui però si è schierato subito dalla parte di chi frequentava assiduamente
il Cammino. Ora la parrocchia è stata completamente trasformata in un
ghetto: l’oratorio è stato definitivamente chiuso ai bambini e ai ragazzi
che sono stati accusati d’aver commesso chissà quali crimini; gli anziani
non vengono ascoltati e si lamentano per l’assenteismo del parroco.

La parrocchia è gestita solo da persone che frequentano il Cammino, che
pensano d’essere i soli veri cristiani e trattano tutti gli altri con aria
di superiorità, chiamandoli pagani e additano noi che abbiamo lasciato il
Cammino come indemoniati.

Come è possibile che accada tutto ciò? Fino a quando durerà questo
scandalo?
Cosa devono fare costoro per toccare il fondo dell’illegalità? Non è questo
il volere di Dio e nemmeno l’esempio che ci ha dato Gesù, nostro Signore.

Prego Iddio che faccia finire al più presto questo incubo, che faccia
tornare la pace ed il sorriso sul volto dei ragazzi, degli anziani, degli
uomini e delle donne, e che l’oratorio torni ad essere la casa di tutti.

Faccio appello alla Vostra coscienza perché serva fedelmente la Santa
Chiesa.


Mi benedica.
Grazie.

Giuseppina Falbo

http://it.nntp2http.com/cultura/religioni/cristiani/2007/01/7f2d1306223c740a773af95be6015023.html

CONCLUSIONE
 
 
 
CONCLUSIONE

Qualche anno fa, chiesi a P. Enrico Zoffoli di non scrivere in maniera polemica contro le eresie dei NC ma di riportare semplicemente i testi delle loro catechesi che da sole avrebbero mostrato la pericolosità della dottrina in esse contenuta. Dopo un suo giustificato sfogo, mi promise che non appena avesse finito di confezionare la ‘bomba’ che aveva tra mano (“VERITA’ SUL CAMMINO NEOCATECUMENALE”) avrebbe senz’altro ascoltato il mio consiglio, ma purtroppo non poté mantenere la parola, perché chiamato dal Padre a ricevere il premio delle sue fatiche. Allora non pensai di mettermi subito al lavoro al suo posto perché non mi sentivo all’altezza. Per giunta avevo avuto la bella notizia che il Papa aveva finalmente letto le critiche di P. Zoffoli alle Catechesi dei NC e che, in seguito a ciò, aveva completamente (anche se non ufficialmente) cambiato atteggiamento nei loro confronti. Quando però, ad ottobre del 1999, ebbi la falsa notizia che era stato approvato lo Statuto del Movimento, subito, preso dal panico, anche se malfermo in salute mi sono messo all’opera ed ho steso questi appunti che, pur incompleti, possono offrire una ‘buona testimonianza’ dei pericoli nei quali incorrono quanti ingenuamente si affidano al CN guidato da Kiko Arguello e da Carmen Hernadez.

Finora pochi potevano sospettare la pericolosità del Movimento. Tutti, compreso il Santo Padre, pensavano che fosse un Movimento meraviglioso suscitato dallo Spirito Santo per riformare la Chiesa e solo pochi cercavano di documentarsi adeguatamente, anche perché questi scritti erano introvabili. Ora si sa che questi scritti ci sono e si possono avere: basta chiederli all’ASSOCIAZIONE “ROMA SUD” - Patente RM 4381738D - c/o Fermo Posta ROMA OSTIENSE - 00154 ROMA - o al sottoscritto, ben contento di rendere partecipi altri, di tanto pericolosi ‘segreti’.

Ma ancor più interessanti e compromettenti sono le direttive segrete (tipiche delle associazioni a delinquere) che ricevono coloro che guidano le Comunità. Ho avuto modo di conoscere due catechisti ‘di lungo corso’ che pur avendo plagiato a lungo tanti loro fratelli, sono tentati di denunciare per plagio i dirigenti del Movimento, perché essi stessi si sono sentiti i primi plagiati. Uno di loro mi diceva, però, di sentirsi in imbarazzo già a rispondere alle mie domande, a motivo delle minacce di maledizione e di dannazione che riecheggiavano ancora alle sue orecchie. Le direttive e le cose segrete sono quelle comuni a tutti e che ho cercato di riferire nelle ‘Testimonianze’. Entrambi m’hanno riferito che queste direttive sono venute a mancare loro non appena hanno fatto qualche obiezione e manifestato qualche critica. E, quanto doveva essere loro comunicato e attraverso loro al gruppo, veniva comunicato ad altri e per mezzo di altri, cosicché si sono sentiti effettivamente (anche se non formalmente) esclusi e umiliati.

Questo lavoro è stato dettato dalla carità verso tanti fratelli che sinceramente desiderano crescere nella fede. Il mio augurio è che quanti fanno parte di questo Movimento possano realizzare nel modo giusto il loro desiderio di vivere nella fede autentica, perché se vivono fuori dell’insegnamento della Chiesa troveranno soltanto illusioni e schiavitù. L’incontro con Cristo è la cosa principale di tutta la nostra vita. E’ della massima impor­tanza che questo incontro non venga falsificato.

Molti fra coloro che partecipano al CN sono in buona fede e incapaci di controbattere gli errori contenuti nella catechesi loro impartita, ma che pensare dei sacerdoti che si sono fatti intrappolare e imbavagliare dal Movimento, complici degli errori e degli abusi che avvengono in queste Comunità. Com’è possibile che abbiano partecipato per anni alla vita del Cammino e non abbiano visto né si siano ac­corti di nien­te. Com’è possibile che abbiano giustificato sempre tutto, abdicando alla loro missione di maestri della fede, avallando questi errori di Kiko e di Carmen? Come hanno potuto permettere che dei catechisti laici creassero una Chiesa parallela? Quale responsabilità!

Molti fra loro hanno un grande desiderio di santità: possibile che come hanno avuto il coraggio di confessare in pubblico ogni loro colpa, anche la più umiliante, ora non abbiano anche l’umiltà di ammettere d’essersi sbagliati. Come possono sentirsi legati ad un giuramento assurdo (come quello di Erode alla figlia di Erodìade) che li ha portati a disobbedire alla Chiesa, e non sentano, invece, il bisogno di ritornare alle proprie responsabilità secondo la promessa fatta nel momento dell’ordinazione sacerdotale? Non possono, certo, aspettarsi i complimenti che ebbero dai fratelli del Movimento, che anzi, perderanno parte di quel prestigio che s’erano acquistato. Ma quale merito non avranno avanti a Dio e alla Chiesa se, da esperti quali sono, in collaborazione con altri sacerdoti di sicura dottrina e santità, sapranno dare un ordine logico a questi insegnamenti rifacendo ‘ab imis’ tutte queste catechesi in modo da renderle conformi alla retta Dottrina della Chiesa Cattolica e salvando così un Movimento che ha già portato (in parte) e che certo porterà a sicura conversione milioni di persone. Basterà ristabilire i ruoli, creando un vero collegamento con la Madre Chiesa.

Un Vescovo (qui citato) che tanto aveva detto e scritto contro i NC, dopo aver ricevuto l’omaggio di unuovo di pasqua’ con dentro un assegno di 84.000.000 di lire, non ha più detto una parola contro il Movimento. La Chiesa, un tempo, usava stigmatizzare i peccati di questo genere. Ora, con colpevole negligenza, non si osa neppure pronunciare la parola e, nella corruzione generale, giustifichiamo tutti. Possibile che non si rendano conto che le copiose e frequenti offerte passate ai Vescovi sono atti di ‘simonia’ perché con esse cercano compiacenze e silenzi per attività che sanno essere da Codice penale e fuori della retta dottrina della Chiesa?

Diversi laici, usciti dal Cammino, sono tornati a vivere nella Chiesa e per la Chiesa, inserendosi bene nell’apostolato. Com’è è possibile che anche fra i presbiteri non ci sia qualcuno che dica a se stesso: “Si isti et illae, cur non ego?”

Per la ‘Nuova Primavera’ della Chiesa c’è bisogno d’una pioggia abbondante di lacrime. Perché cada la pioggia necessita lo scontro di due correnti. Questo mio scritto ha avuto, forse, l’effetto d’una corrente d’aria fredda riversata contro tante coraggiose illusioni. Se qualche confratello neocatecumenale, senza il consenso del suo catechista, avrà avuto il coraggio di leggermi, mi scriva, mi corregga, mi contesti, mi aiuti a capire meglio questo ‘disegno divino’, perché possa realizzarsi senza ostacoli di altri ‘Giuda’; ma se conviene con quanto finora ho esposto, mi dia una mano a stroncare questo ‘piano diabolico’ per distruggere dal di dentro la Chiesa di Cristo. Sarà poco, quasi niente, ma sarà un inizio.

Tempo fa, constatando la mia impotenza di fronte all’avanzata inarrestabile di questo Movimento, ebbi un malore. Ritiratomi per qualche giorno in famiglia, mi sentii apostrofare che più mi vuol bene : “Elio, tu sei uno stuzzicadente che vuol fermare un treno in corsa!”. Lì per lì rimasi senza parole perché m’aveva detto la verità. Ma, riavutomi, il giorno dopo gli dissi: “Ivano, così poco mi stimi? Non mi concedi almeno di essere un cacciavite o una chiave per svitare i bulloni?”. Questa volta, ammutolito ci rimase lui! Spero, ora, che ammutoliscano in molti se con questo mio lavoro riuscirò a svitare anche un solo “bullone” o ad allentare una sola traversina.

Così possa essere, e così sia con l’aiuto di Gesù, di Giuseppe e di Maria.

LA TELA
http://www.cesap.net/index.php?option=com_content&task=view&id=113&Itemid=58

TESTI NON PIU’ SEGRETI
http://www.geocities.com/Athens/Delphi/6919/ita_index.htm

LA TESTIMONIANZA DI FRANCA PASSONI

http://www.geocities.com/Athens/Delphi/6919/PFEA.htm

http://www.internetica.it/neocatecumenali/LetteraAperta-aiVescovi.htm

http://www.internetica.it/neocatecumenali/testimonianze-sacerdoti.html

http://www.geocities.com/Athens/Delphi/6919/ita_index.htm

LA PAROLA AI VESCOVI

http://www.internetica.it/neocatecumenali/Vescovi-critici.html

L’ESPERIENZA DI PADRE ZOFFOLI SUL CAMMINO
http://www.geocities.com/Athens/Delphi/6919/LDRM.htm

http://www.geocities.com/Athens/Delphi/6919/ita_index.htm

 
 

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